Primarie Usa: la sorpresa della 28enne socialista ex barista che batte il vecchio deputato democratico

Primarie Usa: la sorpresa della 28enne socialista ex barista che batte il vecchio deputato democratico
di Anna Guaita
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Mercoledì 27 Giugno 2018, 17:41 - Ultimo aggiornamento: 28 Giugno, 19:26
NEW YORK – Colpo di scena nelle primarie newyorchesi, dove il deputato democratico Joe Crowley è stato sconfitto da una giovane sconosciuta di soli 28 anni. L’inattesa vittoria di Alexandra Ocasio-Cortez è la notizia del giorno negli Usa, e sembra confermare che la base del partito democratico si sia spostata a sinistra rispetto alla dirigenza.

Crowley non si era neanche presentato a un dibattito con la 28enne sfidante, una decisione suicida che ha sicuramente contribuito alla sua spettacolare sconfitta. Crowley era da 20 anni al Congresso, e non nascondeva di voler diventare il successore di Nancy Pelosi alla guida della delegazione democratica della Camera. Ha pensato cioè ai grandi orizzonti nazionali, anziché curarsi dei suoi elettori locali.

Alexandra ha invece solo 28 anni, e fino all’anno scorso faceva la barista. Ma nel suo giovane passato aveva già ampiamente dimostrato di avere grinta e aspirazioni politiche. Figlia di una coppia di immigrati portoricani, si è laureata alla Boston University, e da lì ha passato due anni come stagista nell’ufficio di Ted Kennedy, il senatore liberal democratico morto nel 2009. Tornata nel Bronx, il suo quartiere di nascita newyorchese, ha lavorato come “community organizer” (lo stesso lavoro che fece Obama dopo la laurea). Nel 2016 è diventata un’accesa sostenitrice di Bernie Sanders e ha lavorato nella sua campagna. Si autodefinisce "socialista" e nel suo programma spicca la proposta di un sistema di assicurazione medica garantita per tutti i cittadini. Se vincerà alle elezioni di novembre, come è giudicato sicuro, Alexandra Ocasio-Cortez sarà la più giovane deputata a Washington.

La sua vittoria non è stata l’unica affermazione dell’ala progressista del partito: nel Maryland un altro sostenitore di Bernie Sanders ha vinto contro il candidato dell’establishment. Ben Jealous ha ottenuto la nomination per correre come governatore a novembre, sconfiggendo Rushern Baker, il candidato preferito dal partito.

L’idea che la vittoria di questi candidati progressisti debba convincere il partito democratico a spostarsi tutto verso sinistra però non convince gli analisti: sia Alexandra Ocasio-Cortez che Ben Jealous hanno infatti vinto in distretti già fortemente progressisti ed etnicamente vari. Una serie di elezioni straordinarie avvenute in quest’ultimo anno ha semmai dimostrato che il partito vince laddove trova il candidato giusto all’elettorato locale, e talvolta questo è semplicemente significato candidati moderati per elettorati moderati.

Nel campo repubblicano, le primarie hanno dimostrato ancora una volta la forza trainante di Donald Trump. Il presidente ha sostenuto sia Dan Donovan, candidato nel seggio della Camera di Long Island a New York, sia Henry McMaster, candidato al governatorato nella Carolina del sud, ed entrambi hanno vinto facilmente la nomination.

Scontatissima la vittoria di Mitt Romney nello Utah. L’ex candidato alla presidenza, sconfitto da Barack Obama nel 2012, ha rilanciato la sua carriera politica, deciso a ottenere un seggio al Senato. Per tutti vale una domanda: considerato che la sua vittoria a novembre è data per certa e considerato che negli ultimi due anni è stato molto contrario a Trump, alle volte ferocemente, cosa farà Romney un volta al Senato, che posizione avrà nei confronti della Casa Bianca?
                                                                                                                                                                                                  
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