Peter Kassig, da soldato a operatore umanitario: è andato in Siria per cambiare vita

Peter Kassig, da soldato a operatore umanitario: è andato in Siria per cambiare vita
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Venerdì 3 Ottobre 2014, 23:15
andato in Medioriente per scappare da un matrimonio sbagliato e dal malessere del tornando a casa dopo un periodo in Iraq con i Rangers dell'esercito.



Kassig, l'operatore umanitario americano minacciato dall'Isis di decapitazione, è partito per una delle regioni più pericolose del mondo cercando un'esperienza che gli cambiasse la vita, come aveva spiegato lui stesso in un'intervista di due anni fa alla Cnn.



Pallido, tatuato, con un vocabolario di poche parole di arabo, l'allora 24enne ex soldato non era parso all'intervistatore della rete di Atlanta la persona che ti aspetteresti di vedere che va su e giù per i corridoi di un ospedale di Tripoli in Libano con tra le braccia un carico di bende insanguinate.



Poi dopo quell'esperienza di recente ha messo su una propria ong per l'assistenza in Siria. «Qui hai questa impressione, ti convinci che non c'è speranza. Ed è quello il momento in cui, contro ogni speranza, è più che mai importante fare qualcosa», aveva detto il giovane oggi ostaggio dell'Isis.
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