Parigi, il compagno dell'agente ucciso sugli Champs-Elysées: «Non avrete il mio odio»

Parigi, il compagno dell'agente ucciso sugli Champs-Elysées: «Non avrete il mio odio»
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 26 Aprile 2017, 00:57 - Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 18:29
«Non avrete il mio odio». Amore, dignità, cordoglio e lacrime durante l'omaggio nazionale per Xavier Jugelé, il poliziotto di 37 anni ucciso nell'attentato rivendicato dall'Isis giovedì scorso sugli Champs-Elysées. «Soffro ma senza odio, perché quest'odio non ti somiglia», ha detto il compagno Etienne Cardile, il primo a prendere la parola, in giacca e cravatta nera, nella solenne cerimonia alla prefettura di Parigi. Parole che in questa grigia primavera
parigina hanno commosso fino alle lacrime il presidente uscente Francois Hollande, affiancato dal suo primo ministro Bernard Cazeneuve e dalle massime autorità dello Stato arrivate in silenzio nel cortile dell'antico palazzo della Prefecture de Police, sull'Ile-de-la-Cité, di fronte alla cattedrale di Notre-Dame. C'erano anche i due candidati al ballottaggio presidenziale del 7 maggio, Emmanuel Macron e Marine Le Pen, nonché il predecessore di Hollande all'Eliseo, Nicolas Sarkozy. 





«Jugelé - lo ha ricordato il capo dello Stato - era un eroe del quotidiano. Aggredire un poliziotto o un gendarme significa colpire l'autorità dello Stato». Al posto del minuto di silenzio, davanti alla bara coperta dal tricolore bleu-blanc-rouge, è stata intonata la Marsigliese. Era abituato, Xavier, al pericolo: era stato mandato con i suoi compagni per occuparsi della sicurezza intorno al Bataclan la sera del 13 novembre 2015, quando un commando di terroristi
entrò nel locale uccidendo 90 persone. E lui, alla riapertura della sala lo scorso autunno con il concerto di Sting, aveva voluto esserci perché, aveva detto, «sono contento che il Bataclan riapra. È simbolico. Noi qui siamo come dei testimoni».

Nato nella Loira, era uscito dalla scuola di polizia nel 2011 e faceva parte da diversi anni di Flag, l'associazione di lesbiche, gay, bi e trans (Lgbt) di Gendarmerie e Police Nationale, che lo ricordano con commozione. Con Etienne Cardile era unito civilmente, senza figli, ed era molto impegnato nell'associazione.

«Non avrete il mio odio», la stessa frase che oggi ha commosso il Paese, fu usata da Antoine Leiris, che ha perduto la moglie durante negli attacchi del 13 novembre. Cardile, nel suo discorso, ha anche ricordato: «Ti piaceva questo tipo di missione perché gli Champs-Elysées sono l'immagine della Francia, la cultura. In quell'istante, in quel posto, il peggio è arrivato».

Il destino lo aspettava davanti al numero 102, nella parte alta del viale, a due passi dall'Arco di Trionfo. L'agente era dentro il blindato per una pausa quando la furia di Cheurfi lo ha colto di sorpresa e lo ha ucciso con due colpi alla testa. Volto gentile e sorriso dolce, Jugelé partì anche volontario per la Grecia per aiutare i migranti, nel 2015 e nel 2016. Oggi il presidente Hollande gli ha conferito la Legion d'Onore, uno dei massimi riconoscimenti della République, purtroppo postuma.


 
© RIPRODUZIONE RISERVATA