L'apello di Oxfam: ​«Aiuto, il mondo affoga in un mare di disuguaglianza»

L'apello di Oxfam: ​«Aiuto, il mondo affoga in un mare di disuguaglianza»
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Sabato 15 Novembre 2014, 18:07 - Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 20:36
«Aiuto! Il mondo affoga in un mare di disuguaglianza». Con questo appello, Oxfam, la confederazione di 17 ong che operano in 90 Paesi del mondo, ha dato vita al G20 in corso a Brisbane, in Australia, a un flashmob con personaggi ispirati a Tony Abbott, Barack Obama, David Cameron Xi Jinping, Narendra Modi, Angela Merkel e Jacob Zuma nelle vesti di baywatch «a cui il mondo chiede di salvare vite umane intrappolate nella marea crescente della disuguaglianza».







Questa «marea - afferma in una nota Elisa Bacciotti, direttrice del dipartimento campagne di Oxfam Italia - è un problema cruciale che non riguarda solo i paesi più poveri del mondo, ma anche gli stessi paesi del G20. Questo flash mob è solo un modo divertente per puntare l'attenzione su una questione molto seria».



«Dal Fondo monetario internazionale a Papa Francesco, da Barack Obama al World Economic Forum, rileviamo - continua Bacciotti - un crescente consenso sulla sfida posta oggi dalla disuguaglianza: un fallimento avrebbe enormi conseguenze economiche e sociali. I paesi del G20 ospitano più della metà delle persone più povere del mondo: i leader del summit devono perciò ascoltare gli avvertimenti e riconoscere che la disuguaglianza vanifica la lotta alla povertà, minacciando la crescita economica e la stabilità. Come leader delle maggiori economie globali, hanno però il potere di fermare questo processo».



Oxfam chiede che il G20 affronti la disuguaglianza con la lotta all’evasione fiscale delle multinazionali e una riforma fiscale globale che includa i paesi in via di sviluppo nel processo decisionale.



«Secondo Oxfam, i paesi poveri perdono ogni anno 100 miliardi di dollari a causa dell’evasione fiscale – ha concluso Bacciotti - E’ inaccettabile che gli incentivi fiscali alle multinazionali che lavorano in Sierra Leone, dove imperversa ancora il virus dell’Ebola, siano pari al 59% dell’intero budget del paese, e più di otto volte la spesa sanitaria del governo. Il divario fra ricchi e poveri è a un livello estremo, e sta ancora crescendo. Dallo scoppio della crisi finanziaria, il numero di multimiliardari nel mondo è più che raddoppiato. Nello stesso periodo, più di un milione di donne sono morte di parto per la mancanza delle più basilari strutture sanitarie».