Nuova Zelanda, la famiglia lo crede morto e lui richiama dopo 30 anni: «Sono nei guai»

Credits: Supplied/New Zeland Herald
di Ida Artiaco
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Martedì 2 Febbraio 2016, 14:11 - Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 11:13
Quando qualche giorno fa l’ha chiamata al telefono, la madre di Francis Edward Strange, Liz Simpson, credeva fosse uno scherzo oppure che si trattasse di un miracolo. Per lei, infatti, il figlio era morto 30 anni fa e riascoltare la sua voce è stato piuttosto strano. Ma non si trattava né di un fantasma né di qualche perditempo: era proprio lui che chiedeva l’aiuto della famiglia per uscire da un grosso pasticcio in cui si è cacciato.

Era il 1990 quando Francis, oggi 57 anni, ha parlato per l’ultima volta con i suoi cari, residenti in Nuova Zelanda. All’epoca viveva a Sidney. Poi, qualche anno dopo, è volato a Tokyo dove ha cominciato a fare l’insegnante di inglese, mai preoccupandosi di fare avere sue notizie alla madre e ai fratelli, che così hanno creduto, per tutto questo tempo, che fosse morto.

Ma quando ci si trova nei guai, si sa, gli unici a cui ci si può rivolgere sono i propri familiari. Così, rischiando una condanna a sette anni di carcere per aver rubato dell’oro in una miniera in Kenya, Francis ha telefonato alla madre per raccontargli la sua disavventura.

«Non potevamo credere alle nostre orecchie – hanno detto la madre e il fratello di Francis al quotidiano New Zeland Herald -. Non lo abbiamo sentito per trent’anni. Abbiamo subito pensato si trattasse di una truffa o di uno scherzo». Ma dopo che l’uomo che era dall’altro lato della cornetta ha risposto ad una serie di domande e fornito dettagli sulla famiglia, i due hanno capito che si trattava proprio di Francis. Il quale ha rivelato che era stato trattenuto in un carcere di Nairobi per sei mesi lo scorso anno con l’accusa di aver rubato oro in una miniera keniota per un valore totale di 579mila dollari.

Mentre era dietro le sbarre, un omicida ha anche tentato due volte di tagliargli la gola. Poi, dopo aver pagato una cauzione di 1500 dollari, è stato liberato a condizione che non lasciasse il Paese africano e consegnasse alle autorità il suo passaporto. Dopo essersi trasferito dalla Nuova Zelanda in Australia e poi da qui in Giappone, nel 2014 Strange aveva infatti deciso di volare in Kenya per costruire, insieme ad un socio in affari, una vera e propria città mineraria. Ma qualcosa è andato storto e lo scorso febbraio è stato arrestato per furto.

Ma chi crede che Francis, se non sarà condannato, tornerà a casa dalla madre si sbaglia di grosso. «Questa esperienza mi ha reso più prudente – ha detto al quotidiano neozelandese –, per questo se sarò giudicato innocente mi piacerebbe continuare il mio piano di investimenti in Kenya. Non ho perso fede nella giustizia e credo che tutto si risolverà per il meglio. Amo la mia famiglia, ma credo sia un po’ troppo conservatrice, volevo solo fare qualcosa di diverso, per questo sono scomparso. Ma ho anche capito di avere bisogno del loro aiuto».
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