Bombe negli Usa, la vita dell'afgano arrestato tra bolidi e hot dog

Bombe negli Usa, la vita dell'afgano arrestato tra bolidi e hot dog
di Flavio Pompetti
3 Minuti di Lettura
Martedì 20 Settembre 2016, 08:34 - Ultimo aggiornamento: 13:56

NEW YORK - Spossato da una notte insonne, accasciato sul pavimento del corridoio di accesso di un bar, solo con una piccola pistola automatica in mano. È così che è finita la corsa di Ahmad Khan Rahani, il giovane afgano-americano che ha fatto tremare l'intera città di New York lo scorso fine settimana. Gli americani avevano fatto conoscenza con il suo viso pulito e rubizzo, incorniciato da barba e ricci, in una foto segnaletica distribuita la mattina presto di ieri, presa probabilmente da un documento ufficiale o dalla pratica di naturalizzazione.

L'IDENTIFICAZIONE
L'Fbi l'aveva identificato poche ore dopo aver ricevuto nel laboratorio di Quantico in Virginia, la pentola a pressione inesplosa ritrovata sabato sera a New York, e il cellulare-comando che vi era attaccato. Rahani è nato in Afghanistan nel 1988, ma da molti anni risiedeva con la famiglia in una casa di Elizabeth, uno dei villaggi portuali che si affaccia sull'Hudson dalla parte del New Jersey e che guarda alla città di New York, appena a sud dell'aeroporto di Newark. Le prime rivelazioni da parte di conoscenti descrivono uno o forse più viaggi nella patria natia che il giovane, amante delle auto veloci, aveva fatto in passato, e dal quale sarebbe tornato con idee critiche rispetto al paese adottivo. Ma per l'ufficio dell'Immigrazione e per l'Fbi era uno sconosciuto, e non c'erano segnalazioni di una sua presunta radicalizzazione.

La polizia e il municipio di Elizabeth conoscevano invece la famiglia per due motivi. Il primo era una chiamata per una denuncia di un incidente domestico, che aveva attirato gli agenti del locale distretto nell'abitazione familiare. L'accusa di maltrattamento era stata fatta dalla sorella nei confronti di Ahmad, che l'aveva minacciata con un coltello in mano, ma all'arrivo degli investigatori la giovane l'aveva ritrattata. La seconda pratica riguardava il servizio di fast food che il padre Mohammad aveva aperto dieci anni fa a pianterreno della modesta casa di due piani più attico dove l'intera famiglia viveva.

LE LAMENTELE
L'esercizio all'inizio era aperto 24 ore al giorno e i vicini si erano lamentati del rumore al punto di convincere l'amministrazione locale a chiedere la chiusura notturna dopo le 22.30. Padre e figlio si erano opposti con un ricorso in tribunale, ma avevano perso la causa e si erano dovuti piegare all'ordinanza. I dettagli sulla vita americana di Ahmad sono ancora scarsi, ma la cronaca delle ultime ore prima dell'arresto conferma l'ipotesi che sia stato davvero da solo ad eseguire i tre o più attentati che voleva compiere.

ISTRUZIONI MILITARI
Gli ordigni che ha confezionato: due pentole a pressione piene di chiodi e frammenti di metallo per New York, candelotti di bombe tubo per la spiaggia di Seaside e fuori la stazione di Elizabeth in New Jersey, sono stati confezionati seguendo alla lettera indicazioni reperibili sull'Internet, come quelle che ha pubblicato tempo fa il sito jihadista Inspire. Gli artificieri dell'Fbi li definiscono rudimentali e non costruiti per il massimo potenziale, come sarebbero stati se Ahmad avesse ricevuto istruzioni militari da specialisti. Lo stesso manuale è molto specifico riguardo al piazzamento nel luogo che garantisca il maggior danno possibile. Ma su questo fronte per nostra fortuna il giovane stragista ha completamente fallito, forse proprio per mancanza di collaboratori. Le bombe sembra averle abbandonate in tutta fretta, quasi gettate via, piuttosto che sistemarle presso bersagli sensibili, e controllare che detonassero al momento più opportuno.