De Blasio, l'italoamericano alla conquista di New York: martedì si vota per eleggere il sindaco

De Blasio, l'italoamericano alla conquista di New York: martedì si vota per eleggere il sindaco
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Lunedì 4 Novembre 2013, 07:48 - Ultimo aggiornamento: 5 Novembre, 10:51
New York al voto. E non solo per scegliere il prossimo sindaco fra l'italoamericano democratico Bill De Blasio e il repubblicano Joe Lotha. I cittadini dovranno anche decidere se rendere o no lo Stato più simile a Las Vegas, la capitale del gioco, dando via libera o meno con un referendum a nuovi casinoò.



La sfida più accesa rimane comunque quella per la poltrona di primo cittadino della Grande Mela. I due sfidanti, nelle ultime ore, sono andati a caccia dei voti degli indecisi. De Blasio, dopoaver trionfato nelle primarie democratiche, è largamente in testa nei sondaggi, ma Lotha si dice più «ottimista che mai». L'attuale sindaco, Michael Bloomberg, attende il risultato per passare il testimone, anche della residenza ufficiale di sindaco, Gracie Mansion, che Bloomberg non ha mai usato nonostante i milioni di dollari donati per rinnovarla.



Secondo l'ultimo sondaggio condotto da Wall Street Journal-Nbc, De Blasio è in testa con il 65% delle preferenze, contro appena il 24% del repubblicano Lotha. I sondaggi attribuiscono il merito dell'ondata favorevole soprattutto alla voglia di cambiamento dei cittadini della Grande Mela, ma anche all'irritazione della gente verso il partito repubblicano.



De Blasio ha sbancato le primarie con la sua crociata per abbattere il divario tra la New York dei ricchi e quella dei poveri, e far ridiventare la Grande Mela una città per tutti. Nato a Manhattan nel 1961 e cresciuto in Massachusetts, il candidato democratico alla poltrona di sindaco, proviene da una famiglia di Sant'Agata de Goti, in provincia di Benevento, emigrata in America agli inizi degli anni Venti. In caso di vittoria, sarebbe il terzo italoamericano a diventare primo cittadino di New York dopo Fiorello La Guardia e Rudolph Giuliani.



Registrato all'anagrafe come Warren Wilhelm Jr., De Blasio decide di cambiare il suo nome prendendo quello della madre, dopo che il padre, malato di un cancro incurabile, si suicida nel 1979. Dai suoi primi passi come rappresentante del consiglio scolastico in Comune, Bill trascorre la sua intera vita per lottare a sostegno dei diritti civili di tutti i cittadini facendosi paladino della classe media e operaia. Dopo il college alla New York University, frequenta un master in Affari internazionali alla Columbia.



La sua carriera nel servizio pubblico inizia con un posto nello staff del primo sindaco afroamericano di New York, David Dinkins. Nel 2000 segue la campagna per l'elezione in Senato di Hillary Clinton, e l'anno dopo viene eletto al Consiglio comunale. Nel 2010 diventa difensore civico della Grande Mela. Il suo obiettivo è quello di abbattere le distanze, che si sono allargate nell'era Bloomberg, tra la New York dei ricchi e quella dei poveri. De Blasio vive a Park Slope, Brooklyn, con la moglie Chirlane McGray - donna afroamericana e militante, che non fa mistero dei suoi trascorsi omosessuali - e i due figli, Chiara e Dante. Entrambi, novità assoluta per un candidato sindaco, frequentano la scuola pubblica. Della sua famiglia mista e anticonvenzionale, il candidato democratico ha sempre fatto la sua forza.



La storia di Lhota invece racconta un po' il sogno americano: nato e cresciuto da una famiglia modesta ma dignitosa nel popolarissimo Bronx, grazie allo studio e alle sue doti si impone sulla scena pubblica e privata di New York. Classe 1954, il candidato repubblicano alla poltrona di sindaco della Grande Mela viene dal quartiere ghetto della City ed è figlio di un ex poliziotto di origine ceca. Ma come il rivale democratico Bill de Blasio, ha anche sangue italiano nelle vene, poiché la madre ha origini del Belpaese. Primo della sua famiglia ad andare all'università, dopo il college alla Georgetown University, si laurea alla Harvard Business School. Ed è proprio il prestigioso ateneo a permettergli di fare un salto di qualità, che lo porta ad entrare nel mondo della finanza. Dopo il master, Joe torna a New York e inizia una carriera che durerà 14 anni come banchiere presso PaineWebber e First Boston, con una specializzazione in finanza pubblica e in particolare nel settore delle infrastrutture.



Nel 1994 viene notato dall'allora sindaco Rudy Giuliani, per il quale svolge diversi incarichi sino a diventare nel secondo mandato il suo vice. L'esperienza con l'ex primo cittadino rappresenta un'eredità che Lhota si porta avanti in tutte le sue attività, sia private che nel servizio pubblico. Lhota è considerato da Giuliani uno degli uomini più capaci della sua amministrazione, ma le sue doti vengono notate anche dal democraticissimo governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, il quale nel 2011 lo nomina presidente della Metropolitan Transportation Autority. Ruolo che si troverà a ricoprire anche nei drammatici momenti dell'uragano Sandy.



Lhota vive a Brooklyn Heights con la moglie Tamra Roberts Lhota, la figlia Kathryn e il labrador Cindy ma, a differenza del rivale, ha scelto di tenere la famiglia fuori dai riflettori della campagna elettorale.



I referendum. Martedì uno dei sei referendum che saranno sottoposti ai cittadini riguarda un emendamento alla costituzione statale per consentire lo sviluppo di sette resort-casinò stile Las Vegas per risanare le casse dello stato e finanziare programmi sociali. Un'iniziativa appoggiata dal governatore di New York, Andrew Cuomo, che ha più volte ribadito la loro centralità per raccogliere fondi da destinare all'istruzione.



Inizialmente, secondo i progetti, saranno costruiti solo quattro casinò, tutti Upstate New York. E questo anche perché, pur se in maggioranza favorevoli all'iniziativa, i cittadini sono scettici sul fatto di realizzarli in città. Il piano di Cuomo comunque non convince tutti, con gli scettici che la ritengono «la maggior truffa mai vista in anni e anni a danno dei contribuenti. I casinò - secondo loro - sono una finta strada per la crescita economica».



Oltre all'emendamento alla costituzione per i casinò, gli elettori dello Stato di New York sono chiamati a

votare su altri quesiti: riguardano l'aumento dell'età pensionabile per i giudici statali a 80 anni dai 70 anni

attuali e progetti di sviluppo territoriale.