New York, i diplomatici non pagano le multe: la Corea del Nord deve 156mila dollari alla città

New York, i diplomatici non pagano le multe: la Corea del Nord deve 156mila dollari alla città
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Giovedì 21 Settembre 2017, 18:00 - Ultimo aggiornamento: 22 Settembre, 08:05
Kim Jong Un ha abbastanza soldi per costruire un arsenale nucleare e per sontuosi pranzi a base di caviale, ma non ha intenzione di spendere soldi per i parcheggi. La missione diplomatica della Corea del Nord deve infatti alla città di New York più di 156mila dollari, risultato di 1300 multe di parcheggi non pagati.

Soldi che fanno del Paese asiatico, che sta minacciando il mondo con i suoi missili ed esercitazioni, uno dei più grandi creditori della Grande Mela. A riportarlo è il New York Post, che spiega come la "tradizione" dei parcheggi a sbafo dei nordcoreani risalga agli anni '90. Secondo un diplomatico nord coreano però ci dev'essere un errore, perché «la città ha il diritto di rifiutare privilegi speciali ai diplomatici se risultano più di tre multe». Una regola che risale a un memorandum of understanding, un accordo bilaterale del 2002 tra la città e il Dipartimento di Stato Usa, che ha stabilito il ritiro dei permessi diplomatici qualora risultino più di tre sanzioni non pagate. 

Da allora le multe si sono ridotte enormemente. Il totale dovuto dalle nazioni straniere con rappresentanti diplomatici a New York è sotto il milione, circa 700mila dollari, mentre prima del 2002 si andava sull'ordine dei milioni di moneta verde. E i 156mila dollari che Kim Jong Un deve dare al sindaco Bill de Blasio risalgono anche e soprattutto agli anni precedenti al memorandum.

Il problema dei parcheggi delle auto blu a New York in realtà non riguarda solo la Corea del Nord, ma anche altre nazioni, guarda caso non conosciute per essere amiche degli Usa: Siria, Russia, Iran e Cina devono pagare più di un milione di multe.
Per la rabbia degli automobilisti newyorchesi e del sindaco, che ha annunciato tolleranza zero: «Nessuna multa sarà perdonata, è tempo di pagare». Una minaccia è pur sempre una minaccia, come sa bene Kim.
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