La vicenda risale a domenica 5 marzo 2017. Chloe Gilbert, 15enne di Melksham, in Gran Bretagna, era andata a fare shopping con la sua amica Phoebe a Bath, nel centro commerciale Southgate: poco dopo aver mangiato un kebab al Al Falafel Takeaway Ltd è crollata a terra per uno choc anafilattico che l'ha stroncata nonostante i disperati tentativi di rianimazione effettuati dall'amica e da diversi passanti e lavoratori dei negozi del centro commerciale. Quattro paramedici hanno tentato un massaggio cardiaco, dopo che uno dei presenti aveva praticato a Chloe un'iniezione di adrenalina che la ragazza portava sempre con sé per eventuali emergenze, ma non c'è stato nulla da fare: al Royal United Hospital Chloe è stata dichiarata morta meno di due ore dopo aver mangiato. Quella sera stessa la polizia ha chiuso e posto sotto sequestro il ristorante, avviando un'indagine sugli standard di trading e sicurezza alimentare. Dopo l'autopsia e una serie infinita di analisi, la verità è venuta a galla: Chloe è stata uccisa da alcuni residui di yogurt contenuti nel kebab.
Davanti al tribunale di Bath, la proprietaria del locale, la 37enne Riad Benotman che gestisce l'attività da dieci anni, ha ammesso di non aver esposto, neanche nei menu, le informazioni imposte dalla legge per i clienti con sensibilità alimentari e di non aver tenuto aggiornata la documentazione relativa alle allergie: nulla che avvertisse della presenza di allergeni nel cibo. Una negligenza ancora più grave se si pensa che pochi mesi prima, nel settembre 2016, gli agenti del consiglio avevano già constatato il mancato rispetto delle norme e le avevano intimato di mettersi in regola. Riad si è ben guardata dal farlo: se lo avesse fatto, Chloe sarebbe ancora viva. L'unica vera pena che sconterà, però, sarà il rimorso, perché i giudici, in base alle normative, non hanno potuto far altro che comminarle una multa. Con meno di tremila sterline, Riad se l'è cavata. I conti con la sua coscienza sono un altro discorso.
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