A oltre un anno di distanza, finalmente lunedì scorso Amanda ha deciso di dichiararsi colpevole in tribunale, accollandosi quattro capi d'imputazione, per ciascuno dei quali rischia dai due ai venti anni di carcere. La sentenza arriverà a dicembre, e probabilmente non sarà mite: Amanda, durante quella notte sciagurata, ha mostrato un disinteresse totale per le figlie e un'incoscienza al di sopra di ogni immaginazione. Alcuni dei suoi amici l'avevano anche avvertita di aver sentito le bimbe piangere, ma lei aveva risposto in modo sprezzante: «Quando avranno finito di piangere si addormenteranno». Poi, quando a mezzogiorno si è svegliata e le ha liberate, lo choc: le figlie respiravano a stento e non davano segni di vita.
Temendo le conseguenze del suo comportamento sconsiderato, invece di chiamare subito un'ambulanza le ha bagnate tentando di rianimarle e solo in un secondo momento le ha portate all'ospedale di Kerrville, quando ormai la situazione era totalmente compromessa, dicendo che le figlie erano misteriosamente collassate, senza raccontare la verità.
Inutile, poi, il trasferimento all'ospedale di San Antonio, dove le bimbe sono morte. Ora per lei è arrivato il giorno del giudizio. «Questo è il caso più orribile che mi sia capitato nella mia carriera» ha detto Rusty Hierholzer, sceriffo della Contea di Kerr. Non è difficile credergli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA