Morta Isabelle, prima donna al mondo a sottoporsi al trapianto facciale: il rigetto dopo 11 anni

Morta Isabelle Dinoire, la prima donna al mondo a sottoporsi al trapianto facciale (AP)
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Mercoledì 7 Settembre 2016, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 8 Settembre, 20:24

Aveva 49 anni e aveva resistito per quasi undici, ma alla fine il suo fisico ha ceduto. È morta ad Amiens, nel nord della Francia, la prima persona al mondo ad aver subito un trapianto di viso, la quarantanovenne Isabelle Dinoire. Nel maggio 2005, la donna si era ritrovata sfigurata dopo che il suo cane, una giovane labrador che fino ad allora non aveva mai morso nessuno, l'aveva aggredita e azzannata violentemente al volto. Sul momento non si era resa conto la gravità della cosa, e aveva tentato di accendersi una sigaretta.
 

 


«Non capivo perché ma non mi stava tra le labbra - raccontava qualche tempo fa alla stampa - Poi ho visto la pozza di sangue e il cane al mio fianco, sono andata a guardarmi allo specchio e lì, disgustata, non potevo credere a quello che vedevo, soprattutto perché non sentivo dolore». Immediatamente era stata ricoverata, con una sonda per alimentarla dato che non riusciva a deglutire e una cannula per farla respirare dalla bocca. In ospedale, per giorni non era riuscita a uscire dalla sua stanza, imbarazzata di mostrare quel viso che lei stessa non riusciva nemmeno a guardare agli altri pazienti. La svolta, per lei e per la storia della medicina, era arrivata pochi mesi dopo, il 27 dicembre 2005. Per quindici ore, decine di chirurghi, medici e infermieri si alternano intorno al suo volto, trapiantandone la parte straziata dai morsi del cane.

A guidarli, il professor Bernard Devauchelle, capo del servizio di chirurgia maxillo-facciale dell'ospedale di Amiens, e il professor Jean-Michel Dubernard, capo del servizio urologia e trapianti dell'ospedale di Lione. Inizialmente, l'operazione sembra un successo e ha grande eco mediatico. Nel febbraio 2006, Isabelle Dinoire compare per la prima volta in pubblico, parla, anche se con voce stentata e mal articolata, e riesce a bere un bicchiere pieno d'acqua. «Dal giorno dell'operazione, ho un viso come tutti gli altri - dichiara - Posso aprire la bocca e mangiare. Da poco, sento le mie labbra, il mio naso e la mia bocca». Ma con gli anni, i pesanti farmaci che deve assumere per contrastare i rischi di rigetto indeboliscono il suo organismo, favorendo la formazione di due tumori. Poi, l'inverno scorso, è arrivata una forte crisi di rigetto, che l'ha privata dell'uso delle labbra. Dopo una lunga lotta, la donna si è spenta il 22 aprile scorso, ad Amiens, ma la notizia è stata diffusa solo oggi. 

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