La minaccia in Italia/Allerta al Viminale, controlli speciali per il rischio furgoni

La minaccia in Italia/Allerta al Viminale, controlli speciali per il rischio furgoni
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Venerdì 18 Agosto 2017, 00:22 - Ultimo aggiornamento: 13:47

Una riunione urgente questa mattina al Viminale del Comitato analisi strategica antiterrorismo per valutare quanto e come siano cambiati i rischi concreti per l’Italia. E, nel corso della giornata, altre riunioni dei singoli apparati di sicurezza per dare direttive specifiche sul da farsi.

LA PRIMA RIUNIONE
Il ministro degli Interni Marco Minniti ha deciso di convocare il primo vertice ad alcune ore dell’attacco di Barcellona, nell’attesa di avere ulteriori chiarimenti su quanto accaduto nella capitale catalana. L’allerta in Italia è già a livelli molto alti, il «2» infatti è quello immediatamente precedente a quello che si attribuisce esclusivamente agli attentati in corso. 

Dopo questa ennesima aggressione con modalità analoghe, però, già ieri sera il Dipartimento di pubblica sicurezza ha diramato a tutte le forze di polizia un’indicazione specifica perché venga comunicata in tempi rapidi e con canali prioritari ogni denuncia di furto di furgoni. I dati verranno condivisi tra tutte le forze dell’ordine, specie alle pattuglie sul territorio. 

GLI 007
Negli scorsi mesi, gli uomini dell’intelligence italiana avevano condiviso con esponenti del governo e membri del Copasir segnalazioni che riguardavano in particolare «città d’arte di media grandezza». Una indicazione che, all’epoca, aveva fatto concentrare gli sforzi in particolare su alcune città medie italiane, in particolare Firenze.
 
LO SCONTRO CON HAMAS
Il quadro di movimenti e alleanze tra i gruppi islamici si muove molto rapidamente. Ad essere considerato centrale in questo momento è, ad esempio, lo scontro in atto anche a Gaza tra uomini dell’Isis e miliziani di Hamas. Vista l’appartenenza di Hamas alla fratellanza musulmana, e dunque i rapporti estremamente privilegiati con una parte dell’Egitto, c’è chi in Italia vede con preoccupazione proprio il ritorno dell’ambasciatore al Cairo.

La riunione di oggi del Casa servirà proprio per fare il punto sull’evoluzione del quadro internazionale e sulle strategie di intervento sul territorio nazionale. Solo tre giorni fa, durante la tradizionale conferenza stampa di fine anno, il ministro dell’Interno Marco Minniti ha messo in guardia dal rischio del terrorismo, che «rimane alto», anche se non si registra «nessuna minaccia imminente».

LE ESPULSIONI
E nel fare un bilancio dell’attività svolta sul versante della prevenzione, ha ricordato che nei primi sette mesi dell’anno le espulsioni per ragioni di sicurezza sono state 67, a fronte delle 37 registrate nello stesso periodo dell’anno scorso.Una vera impennata, con un aumento dell’81%, e un numero record di 199 espulsioni a partire dal 2015, compresi tre imam. Se è cresciuto leggermente anche il dato dei presunti estremisti arrestati (29 in confronto a 25), e dei foreign fighters monitorati (125 rispetto a 110), va all’insù la cifra delle persone controllate a fini antiterrorismo, passate da 77.691 dei primi sette mesi del 2016 alle 190.909 dell’anno in corso. Il sistema di prevenzione dunque ha finora funzionato e questo si deve, secondo Minniti, ad «un complesso di attività», tra cui l’azione del Comitato antiterrorismo che «tiene insieme le forze di polizia e dell’intelligence».

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