Migranti, altre 30 annegati davanti alla Libia. Gentiloni: «L'Ue rischia una crisi molto seria»

Migranti, altre 30 annegati davanti alla Libia. Gentiloni: «L'Ue rischia una crisi molto seria»
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Mercoledì 5 Ottobre 2016, 01:23 - Ultimo aggiornamento: 08:34

Nel Mediterraneo si continua a morire. Sono 30 i migranti che hanno perso la vita in diversi naufragi - almeno quattro - avvenuti nelle ultime 24 ore al largo delle coste nordoccidentali libiche mentre stavano tentando la traversata verso l'Europa. Altri 305 sono stati tratti in salvo dalle autorità locali.

Una nuova tragedia, l'ennesima, a quasi due settimane dal barcone colato a picco vicino al Delta del Nilo in Egitto con oltre 200 morti, 164 sopravvissuti ed un centinaio di dispersi. L'agenzia turca Anadolu ha fornito un bilancio ancora provvisorio di una trentina di corpi di migranti recuperati, citando alcuni responsabili libici. Bassem al-Gharabli a capo dell'ufficio per il contrasto alle migrazioni a Sabratha ha infatti riferito che «due barconi sono naufragati davanti alle coste della città con almeno 19 morti e 16 tratti in salvo». Al-Gharabli ha precisato che le imbarcazioni trasportavano varie famiglie di migranti, ma non ha menzionato quante persone ci fossero a bordo. Nel naufragio figurano donne e uomini di nazionalità libica, marocchina e siriana.

Parallelamente il portavoce della Marina libica, Ayoub Qassem, ha aggiunto che i guardiacoste sono riusciti a «salvare altri 139 migranti a Tadjoura (banlieue est di Tripoli) e 150 a Gasr Garabulli, ma con un bilancio di 11 morti», tra cui donne e bambini. I migranti salvati stanno ricevendo le cure necessarie mentre le ricerche in mare continuano da parte dei guardiacoste. Solo ieri 6.000 disperati sono stati soccorsi nel Canale di Sicilia, nella stessa giornata in cui Lampedusa ricordava quel tragico 3 ottobre di tre anni fa, quando a poche miglia dall'isola morirono 368 persone.

Il ministro Paolo Gentiloni ha avvertito che sul tema dell'immigrazione «l'Ue può avere una crisi molto seria». «Manca la disponibilità a politiche condivise» in ambito europeo, ha aggiunto, sottolineando che «se si consente l'idea che ciascun singolo Paese alzi un muro, l'edificio europeo può essere a rischio». «Mi auguro che le politiche delle chiusure, vengano superate. Se continua questo andazzo l'Italia sarà sempre più un Paese di approdo e non di transito» e ciò significa rafforzare le politiche di accoglienza e di integrazione. E un forte atto d'accusa sull'accoglienza è giunto dal segretario generale della Cei Galantino, che ha chiesto un ruolo più incisivo dell'Europa. «Un'Europa - ha detto - purtroppo molto debole e cieca che consente di continuare ad erigere muri».

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