Michael Jackson, scagionato il promoter
«Non costrinse il medico a fare le inizioni letali»

Michael Jackson, scagionato il promoter «Non costrinse il medico a fare le inizioni letali»
di Anna Guaita
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Giovedì 3 Ottobre 2013, 01:04 - Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 16:22
NEW YORK – Non fu colpa dei promoter, se per riuscire a dormire e riprendere le forze Michael Jackson si faceva iniettare un potente anestetico da sala operatoria. Una giuria di Los Angeles ha ieri sera bocciato la teoria che il promoter avesse dato istruzioni precise al medico, il cardiologo Conrad Murray, perché mettesse il cantante in grado di affrontare i 50 concerti di un nuovo tour.



Il processo contro la Aeg è durato molte settimane, e ci sono stati momenti di particolare intensità, quando sulla sedia dei testimoni è stata chiamata Katherine Jackson, la madre del cantante. A 82 anni, la matriarca del clan ha testimoniato per tre giorni e un totale di nove ore. E’ stata lei, insieme ai tre figli di Michael, a intentare causa al promoter, chiedendo un miliardo di dollari di danni, e sostenendo che il dottor Murray era stato assunto da loro con lo scopo preciso di assicurarsi che il cantante reggesse.



Il medico. Murray fu riconosciuto colpevole di omicidio colposo, nel 2011, e condannato a due anni di prigione, che si concluderanno alla fine di ottobre. Il medico prendeva uno stipendio di 150mila dollari al mese, ma era indebitato per oltre un milione di dollari. E secondo la signora Jackson fu per questo che accettò di iniettare il propofol a Michael, per non perdere il posto e il lauto stipendio. La giuria però non ha accolto il ricorso di Katherine Jackson. Dunque, se Michael morì, quella mattina del 25 giugno 2009, a soli 50 anni, fu per colpa sua e per la negligenza e l’avidità del medico. Rimane valida cioé la teoria che fu Michael a chiedere insistentemente al medico di iniettargli l’anestetico, e che Murray lo uccise involontariamente, sia iniettandogliene troppo, sia mancando di monitorarne gli effetti, per poi – al momento finale - praticargli un massaggio cardiaco non efficace (con una mano sola e su una superficie morbida anzichè il pavimento).
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