Merkel non arretra: difendiamo diritto a dialogo con Ong critiche verso Israele

Merkel non arretra: difendiamo diritto a dialogo con Ong critiche verso Israele
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Mercoledì 26 Aprile 2017, 15:11 - Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 16:55
La cancelliera Angela Merkel ha espresso rammarico per la cancellazione del colloquio tra il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il ministro degli Esteri tedesco Sigmar Gabriel e ha al tempo stesso difeso la decisione del vice cancelliere di incontrare due organizzazioni non governative. «Siamo dell'idea che in un Paese democratico debba essere possibile, come lo è stato spesso anche in passato, incontrare anche delle ong critiche, senza che ciò abbia simili conseguenze», ha detto il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, a Berlino.

La cancelliera ritiene «spiacevole» che l'incontro sia saltato, ha continuato Seibert, che ha ricordato come anche nel programma delle visite di Merkel all'estero ci siano regolarmente dei colloqui con ong e rappresentanti della società civile. «Tutto ciò non modifica l'enorme importanza delle nostre relazioni con Israele», ha dichiarato il portavoce.

L'incidente diplomatico tra Israele e la Germania è avvenuto ieri quando il premier Netanyahu ha cancellato all'ultimo momento l'incontro previsto con il ministro degli Esteri e vice di Angela Merkel Gabriel dopo che questi, in Israele da alcuni giorni, ha confermato l'intenzione di incontrare le ong pacifiste "Breaking the silence" e "B'Tselem".

La politica del premier - ha spiegato l'ufficio di Netanyahu - è quella di «non incontrare visitatori stranieri» che, in missione diplomatica nello Stato ebraico, «vedono gruppi che ingiuriano i soldati israeliani come criminali di guerra». Un braccio di ferro che, secondo i media, potrebbe avere risvolti insoliti anche se tutti, compreso lo stesso Netanyahu, si sono affrettati a precisare che non per questo saranno danneggiate le relazioni tra i due paesi che ultimamente, ad esempio, hanno visto la fornitura da parte tedesca di sottomarini ad Israele di ultima generazione.

Fatto sta che lo strappo appare consumato, visto che Gabriel - messo sull'avviso dalle indiscrezioni stampa che ieri stamattina preannunciavano l'ultimatum di Netanyahu - non è tornato indietro sulla sua volontà di incontrare «rappresentanti della società civile». «Un fatto assolutamente normale», ha spiegato, aggiungendo di considerare «deplorevole» la disdetta dei colloqui«. La situazione, in parte già compromessa, sembra aver subito un'escalation quando - secondo i media israeliani - Gabriel avrebbe deciso nel pomeriggio di non rispondere a una telefonata del premier israeliano.

Parlando con i giornalisti dopo aver visto a Ramallah il premier palestinese Rami Hamdallah, Gabriel ha tuttavia buttato acqua sul fuoco: «Non voglio entrare nel gioco politico in Israele - ha detto - ma non è un disastro. Il mio atteggiamento e quello della Germania non cambierà. Sono stato qui molte volte e altrettante ho incontrato il premier. Ho buone relazioni con lui e così sono rimasto sorpreso dalla cancellazione. Sono importanti gli incontri con le organizzazioni non governative così come parlare con le istituzioni di governo».

«Immaginate - ha spiegato però l'ufficio di Netanyahu indicando le ragioni del premier - se diplomatici stranieri in visita negli Usa o in Gran Bretagna incontrassero ong che chiamano i soldati americani o inglesi criminali di guerra. I leader di questi paesi sicuramente non lo accetterebbero. I diplomatici sono benvenuti nei loro incontri con le rappresentanze della società civile, ma il primo ministro non riceverà coloro che danno legittimità a organizzazioni che invocano la criminalizzazione di soldati israeliani. Le nostre relazioni con la Germania - ha poi concluso l'entourage di Netanyahu per abbassare i toni - sono molto importanti e non saranno danneggiate da questo».

Gabriel - che ha una storia personale travagliata, segnata dalla rottura completa dei rapporti con il padre manesco e nazista convinto anche dopo la fine della guerra - ha però incontrato il presidente israeliano Reuven Rivlin a Gerusalemme, a poca distanza dalla residenza di Netanyahu. Rivlin non ha potuto non notare che «la Germania e Israele non hanno mai avuto una relazione semplice e mai l'avranno». Ma poi ha più volte ribadito che il suo incontro con il ministro tedesco sarebbe servito a sviluppare la già ampia collaborazione economica e di sicurezza tra i due paesi.

Gabriel comunque sembra avere dalla sua l'opposizione israeliana: il leader di centrosinistra Isaac Herzog ha osservato che in questo modo Netanyahu «mette a rischio le relazioni internazionali». La stessa decisione il premier israeliano la prese con il ministro degli Esteri svedese Margaret Wallstrom: a dicembre scorso rifiutò di incontrarla per le sue posizioni ritenute filo-palestinesi.


 
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