Il Medio Oriente in piazza contro Charlie Hebdo: dal Pakistan alla Siria musulmani contro le nuove vignette

Il Medio Oriente in piazza contro Charlie Hebdo: dal Pakistan alla Siria musulmani contro le nuove vignette
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Venerdì 16 Gennaio 2015, 19:53 - Ultimo aggiornamento: 19:54
Dal Pakistan all'Algeria, fino alla Giordania e alla Siria è un venerdì della collera quello che si è celebrato nel mondo arabo contro le nuove vignette su Maometto pubblicate da Charlie Hebdo a una settimana dalla strage di Parigi.

In prima linea il Pakistan, teatro di violente manifestazioni da Islamabad a Lahore, da Peshawar al consolato francese di Karachi, dove la polizia ha sparato gas lacrimogeni per fermare le proteste, nelle quali si sono registrati feriti, tra cui un fotoreporter dell'agenzia Afp poi dichiarato fuori pericolo.



Il Parlamento di Islamabad ha condannato le nuove vignette, mentre il Senato pakistano ha chiesto al governo di portare la questione a Bruxelles e di considerare l'islamofobia un reato pari alla negazione dell'Olocausto. Alle manifestazioni di piazza in Pakistan, dove vige la pena di morte per blasfemia, hanno partecipato anche diversi deputati, mentre il ministro per gli Affari religiosi Sardar Yousaf ha chiesto a «tutti i Paesi arabi di condannare

queste vignette blasfeme».



Manifestazioni e sit-in di protesta anche in Algeria, dove sotto lo slogan «siamo tutti Maometto» membri delle organizzazioni della società civile hanno esposto striscioni giganti e cartelloni in onore del profeta, mentre gli imam hanno coordinato

le loro prediche sui meriti e la gloria di Maometto.



Un corteo è stato organizzato nel centro di Amman dai Fratelli Musulmani per condannare sia chi ha ucciso i giornalisti di Charlie Hebdo, sia chi ha

offeso Maometto. Nel tentativo delle autorità giordane di fermare la manifestazione, e di impedire ai migliaia di partecipanti di raggiungere l'ambasciata

francese, si sono registrati scontri e feriti. Più di un migliaio di manifestanti sono invece scesi in piazza a Khartoum, in Sudan, invocando «Morte a Charlie Hebdo» e «Vogliamo le scuse della Francia». Anche qui le forze di sicurezza hanno impedito ai manifestanti di raggiungere l'ambasciata di

Francia.



Malgrado l'appello della massima autorità dell'Islam sunnita al-Azhar, che ha sede al Cairo, nelle manifestazioni che ogni venerdì si svolgono in Egitto contro il governo del presidente Abdel Fattah al-Sisi i manifestanti hanno aggiunto slogan a sostegno di Maometto a quelli pro Mohammed Morsi.



In Afghanistan, invece, un gruppo di manifestanti è sceso in piazza a Kabul dopo la preghiera del venerdì alla moschea di Abu Bakr-e-Sediq Mosque intonando slogan contro la Francia, bruciando la bandiera francese e lodando i due attentatori di Charlie Hebdo. «Condanniamo con forza la pubblicazione delle vignette sul Profeta Maometto e lodiamo il mujahedin che ha condotto l'attacco al giornale francese», ha detto l'imam Maulawi Salahuddin durante il sermone, invitando i fedeli ad «attaccare gli invasori stranieri in Afghanistan».



Centinaia di palestinesi hanno poi manifestato al complesso della moschea di al-Aqsa, a Gerusalemme Est, affermando che «Dio è grande» e «Maometto è il nostro leader». «Possano le nostre vite essere sacrificate per Maometto», hanno detto i partecipanti al corteo sventolando bandiere di Hamas e contestando la partecipazione del presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) alla marcia di domenica a Parigi.

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