Matrimoni gay, l'Irlanda fa la storia: al referendum vincono i sì con il 62,1%

Matrimoni gay, l'Irlanda fa la storia: al referendum vincono i sì con il 62,1%
di Cristina Marconi
4 Minuti di Lettura
Domenica 24 Maggio 2015, 11:06 - Ultimo aggiornamento: 25 Maggio, 20:33

L'Irlanda è il primo paese al mondo che, per decidere se legalizzare o meno i matrimoni tra persone dello stesso sesso, ha rivolto direttamente la domanda ai suoi cittadini: la risposta è stata un fragoroso sì con un ampio scarto, 62,1% contro un 37,9% di no, e un'affluenza di tutto rispetto, ossia il 60% dei 3,2 milioni di aventi diritto, molti dei quali giunti apposta dai quattro angoli del mondo.

L'Irlanda, il paese cattolico che non ha ancora una legge sull'aborto e che ha decriminalizzato l'omosessualità poco più di 20 anni fa, ha voltato pagina sui diritti civili e, appena il risultato del referendum verrà ratificato dalle due camere e dal presidente, sarà possibile per le coppie omosessuali iniziare a fissare la data del matrimonio.

IL COMPITO DELLA CHIESA

La senatrice indipendente Katherine Zappone, attivissima durante la campagna, ha chiesto a sua moglie di «sposarla in una nuova Irlanda» e, secondo quanto dichiarato da alcuni esponenti del governo, le cerimonie potrebbero iniziare già quest'estate.

L'arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, ha definito il risultato una «rivoluzione sociale» e parlando in televisione ha dichiarato che «la Chiesa ha un grande compito davanti a sé, quello di far arrivare il proprio messaggio ai giovani», e per farlo deve ora «confrontarsi con la realtà».

Non ci sarà obbligo di celebrare matrimoni religiosi per la Chiesa irlandese, uscita molto indebolita dagli scandali di pedofilia al suo interno emersi dopo la metà degli anni '90, tanto che anche durante la campagna referendaria ha evitato di essere in prima linea, mandando avanti altre associazioni come lo Iona Institute, che lotta per affermare l'importanza "dei legami biologici di maternità e paternità" e che in passato ha criticato i cattolici che, come l'ex presidente Mary McAleese, hanno invitato a votare 'sì'.

IL RISPETTO DEGLI SCONFITTI

Ma il risultato delle urne è stato accolto con rispetto, riconoscendo agli attivisti una campagna «molto professionale che in verità è iniziata molto prima dell'inizio della campagna ufficiale». Nel 2010 il governo irlandese aveva già aperto la strada alle partnership civili per concedere il riconoscimento legale alle coppie gay, ma c'è una differenza fondamentale: i matrimoni sono protetti dalla Costituzione, le unioni civili no. Nel 2012 era stato il leader del Labour Eamon Gilmore a definire quella dei matrimoni omosessuali «la questione di diritti civili di una generazione» e durante la campagna degli ultimi mesi nel mondo politico il sostegno è stato trasversale. Sia il primo ministro Enda Kenny, del partito di centro-destra Fine Gael, che il suo partner di coalizione laburista hanno espresso il loro favore, così come lo Sinn Fein, partito d'opposizione, il cui leader Gerry Adams ha commentato: «Ci sono due Irlande, l'Irlanda d'élite e l'Irlanda nascosta. E oggi l'Irlanda nascosta ha parlato».

IL MINISTRO OMOSESSUALE

Mentre il premier Enda Kenny ha messo l'accento sul «palpabile movimento» di cittadini, sottolineando come «in particolare dal punto di vista di una persona giovane, e per quelli che hanno viaggiato da chissà dove a chissà dove per mettere un segno di un pezzo di carta, questo mostri l'importanza del tema. È un momento storico, abbiamo dato un messaggio da pionieri al mondo». Il ministro della Salute Leo Varadkar, che all'inizio dell'anno aveva rivelato la sua omosessualità diventando il primo ministro apertamente gay della storia dell'Irlanda, ha parlato di una «rivoluzione sociale».

Tutto il mondo ha guardato con interesse gli avvenimenti della piccola isola verde e da entrambi i lati sono giunte accuse di aver accettato finanziamenti esteri e ceduto a pressioni straniere, come quella degli evangelici americani. Dall'estero sono arrivati moltissimi messaggi di congratulazioni per il risultato delle urne: il vicepresidente statunitense Joe Biden ha scritto su Twitter di «dare il benvenuto al sostegno dell'Irlanda per l'uguaglianza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA