Macron alle camere riunite: «Parlamento ridotto di un terzo, stop allo stato di emergenza e no ai migranti economici»

Macron alle camere riunite: «Parlamento ridotto di un terzo, stop allo stato di emergenza e no ai migranti economici»
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Lunedì 3 Luglio 2017, 16:55 - Ultimo aggiornamento: 4 Luglio, 17:12
«Voglio parlare del mandato che il popolo mi ha conferito, delle istituzioni che voglio cambiare, e dei principi di azione che voglio seguire». Così il presidente francese Emmanuel Macron ha esordito nel suo discorso davanti alle camere riunite nel castello di Versailles. Macron ha scelto di ricorrere all'articolo 18 della costituzione che permette al capo dello Stato di prendere la parola davanti al parlamento - Assemblea nazionale e Senato - riuniti a questo fine in congresso.

Presidente, governo e parlamento hanno un doppio mandato per il capo dello Stato francese: «Ridare al popolo la sua piena sovranità», ha dichiarato. «È anche il mandato del cambiamento profondo - ha aggiunto - I francesi hanno operato la scelta di un paese che riparte in avanti, che ritrova ottimismo e speranza».

Emmanuel Macron intende agire durante il suo mandato seguendo tre principi: «Efficacia, rappresentatività e responsabilità». Inoltre il presidente ha annunciato la revoca dello stato d'emergenza il prossimo autunno. Le misure speciali vennero decretate nella notte degli attentati parigini del 13 novembre 2015.

Una riforma «indispensabile» volta a «conferire agli eletti maggiori mezzi e più peso»: così Macron ha definito una riforma che figurava già nel suo programma, la riduzione di un terzo del numero dei parlamentari: «Un parlamento meno numeroso ma rafforzato nei suoi mezzi, è un parlamento dove il lavoro diventa più fluido e con collaboratori meglio formati più numerosi.
Proporrò la riduzione di un terzo del numero delle tre assemblee costituzionali. Sono convinto che questa misura avrà effetto sulla qualità generale del lavoro parlamentare».


«L'Europa siamo noi» ha aggiunto Macron promettendo di «rifondare» l'Europa. «Dobbiamo ritrovare lo spirito originario dei padri fondatori», ha continuato il presidente: «No l'egemonia, ma l'unione delle forze». «Trascurare l'Europa, abituarsi a farne la causa di tutti i mali, significa tradire le generazioni che ci hanno preceduto, che oggi ci permettono di parlarne e di criticarla». Considerare l'Europa «solo un oggetto di negoziati tecnici, significa abdicare alla nostra storia».


«Per affrontare le crisi migratorie bisogna condurre in maniera coordinata in Europa un'azione efficace e umana che ci permetta di accogliere i rifugiati politici che corrono un rischio reale perché fa parte dei nostri valori, senza confonderli con i migranti economici e senza abbandonare l'indispensabile mantenimento delle nostre frontiere».


 
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