Londra, ore di angoscia per le famiglie dei dispersi: l'ultima chiamata, poi il silenzio

Londra, ore di angoscia per le famiglie dei dispersi: l'ultima chiamata, poi il silenzio
di Federica Macagnone
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Giovedì 15 Giugno 2017, 16:38
Gloria, Marco, Jessica, Yasin, Nurhuda, Fatima. È un elenco che sembra non avere fine quello dei dispersi della Grenfell Tower. Storie diverse, provenienze differenti e un unico beffardo destino: erano tutti a casa la notte in cui il grattacielo in cui abitavano si è trasformato in un'enorme torcia. Per adesso di loro non ci sono notizie, mentre le famiglie che continuano ad accorre ai piedi di quello scheletro annerito si aggrappano a un ultimo briciolo di speranza di poter abbracciare i propri cari. Qualcuno spera nel miracolo, altri continuano a ricorrere ai social per diffondere le immagini dei figli, dei padri, delle madri, dei fratelli, degli amici di cui ancora non si hanno notizie.

Sulla loro sorte pesano come un macigno le parole di Stuart Cundy, comandante di Scotland Yard per le operazioni di soccorso, che, oltre a mantenersi vago sul numero di dispersi, non prevede che ci possano essere ulteriori sopravvissuti.

Una tragedia in cui sono rimasti coinvolti Gloria Trevisan e Marco Marco Gottardi, i due fidanzati di origini venete che si erano trasferiti a Londra tre mesi fa per lavoro. Abitavano al 23° piano del grattacielo. Quella notte maledetta sono rimasti al telefono con i genitori. Marco tentava di tranquillizzare i familiari, fino a quell'ultima telefonata in cui comunicava al padre Giannino che la loro casa era invasa dal fumo. Poi la comunicazione che si interrompe e, da allora, solo silenzio.

Abitavano nello stesso palazzo Mirna, Fatima e Zainnb, tre sorelle di cui non si hanno notizie. Insieme a loro i parenti non riescono a trovare altri due familiari. Ancora nessuna novità sulla sorte di Jessica Urbano, 12 anni. I genitori l'hanno sentita per l'ultima volta all'1 e 30 mentre cercava di fuggire dalle fiamme: da quel momento la famiglia, dopo aver lanciato una campagna sui social per trovarla, ha ricevuto la segnalazione di una persona che diceva di aver visto la ragazzina caricata su un'ambulanza. «La stiamo cercando negli ospedali - ha detto Melania, la sorella - Ma lì non hanno elenchi, non sanno nulla e non sanno darci informazioni». Ore di angoscia anche per Nurhuda El-Wahabi e il fratello maggiore Yasin, 21 anni: la famiglia non sa più nulla di loro dalla notte del rogo.

Khadija Saye viveva al 20° piano: gli amici hanno lanciato un appello on line segnalando che la donna porta sempre un pendente africano al collo. Sono tra i dispersi anche Rania Ibrham, 30 anni, e i suoi bambini di 3 e 5 anni: dal 23° piano ha filmato in diretta su Facebook gli attimi di paura, il fumo per le scale e la disperata richiesta di aiuto dalla finestra.
Non si hanno notizie nemmeno di Aziz El Wahabi, di sua moglie Fouzia e dei loro tre figli Nurhouda, 16 anni, Yassin, 20, e Mehdi, 7: la famiglia viveva al 21° piano ed è riuscita a mantenere i contatti con alcuni parenti fino alle 3. «Hanno detto che erano intrappolati e non riuscivano a respirare - ha raccontato Laila Lakhal, una familiare - Poi il loro telefono si è spento».
Fathaya Alsanousi, 70 anni, abitava al 23° piano con il figlio Abu Feras, 38 anni, e la figlia Esra Ibrahim, 35 anni: mancano all'appello tutti e tre. Di Mariem Elgwahry non si sa più nulla dalle due di quella notte: gli amici hanno detto che era al 19° piano della Grenfell Tower.

Francis Dean da ore è alla disperata ricerca della sorella Zainab e del figlioletto di due anni, Jeremiah: «Vivevano al 14° piano - ha raccontato Francis - Le ho detto di scappare per le scale, ma lei mi ha detto che i pompieri le avevano comunicato di rimanere dentro. Le ho passato un vigile del fuoco per tranquillizzarla. Lui le ha detto che stavano andando a prenderla, poi mi ha guardato e mi ha detto di dirle che le volevo bene. Da quel momento non l'ho più sentita».

Saber Neda, 57 anni, è rimasto ferito durante la fuga. «Ha detto alla moglie e al figlio di mettersi in salvo e che lui sarebbe arrivato dopo - ha raccontato un parente - Loro sono riusciti a scappare e stanno bene. Di lui non sappiamo più nulla».

Tony Disson, 66 anni, ha avuto l'ultimo contatto con la famiglia alle 3: era ancora all'interno dell'edificio. La moglie Cordelia e i suoi tre figli lo stanno cercando negli ospedali, ma ancora non hanno notizie. E poi ancora Hesham Rahman, che viveva al 20° piano, Hamid Kani, iraniano di 61 anni che abitava al quinto, Ali Yawar che si è separato dalla famiglia nella fuga disperata, Sheila Smith, 84 anni, del 16° piano. Nomi, volti, persone di cui ancora non si sa nulla, mentre le famiglie sperano solo in un miracolo.
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