Quattro anni fa, con Obama presidente, gli Usa diedero il via libera alla defenestrazione di Gheddafi decisa da Francia e Gran Bretagna, salvo poi abbandonare il terreno. Certo è che, dopo l’iniziale euforia, da ieri l’altro Parigi ha messo da parte l’idea di presentarsi oggi al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con una risoluzione ”bellica”. Oltre all’incognita Cina e Russia, che avrebbero potuto porre il veto, sarebbe stato difficile superare la contrarietà americana. Ieri sera da Washington è partita la controffensiva e un documento congiunto che invoca la soluzione politica firmato da Parigi, Roma, Berlino e Londra.
Nessuna fuga in avanti, ma soluzione politica affidata alle mani dell’inviato delle Nazioni Unite Bernardino Leon. Il lancio di una controffensiva militare in grande stile, come avrebbero voluto in un primo tempo Francia e Italia, viene ritenuto «ad alto rischio» e con una durata imprevedibile che costringerebbe Washington ad intervenire. Molto meglio lasciar lavorare la diplomazia sperando che Leon riesca a concludere qualcosa prima che a marzo gli scada il mandato.
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