A “France Info” il portavoce del governo francese Stephane Le Foll ha confermato la presenza di militari francesi in Libia: «Le forze speciali ci sono per contribuire a garantire che la Francia sia presente ovunque nella lotta contro i terroristi». Il portavoce non ha confermato la presenza di soldati francesi sull'elicottero precipitato domenica.
La vicenda ha tutti i contorni del giallo. L'elicottero abbattuto apparteneva - secondo l'Ap - alle forze del generale Haftar, dunque non all'aviazione che risponde al governo guidato da Serraj a Tripoli (l'unico riconosciuto come legittimo dalla comunità internazionale). La vicenda risale a domenica scorsa quando le Brigate per la difesa di Bengasi, una milizia islamista particolarmente attiva nella regione, avevano rivendicato di avere abbattuto un velivolo ad Al-Magrun, a circa una settantina di chilometri dal centro di Bengasi. Una mossa decisa per rispondere ai continui bombardamenti condotti dalle forze di Haftar contro le milizie ed in particolare dopo che le forze di sicurezza nazionali avevano arrestato fra sabato e domenica scorsi un numero imprecisato di persone a Gemenis e a Soloug, accusandole di collaborazione con le brigate.
Il portale di informazione Libya Herald - citando fonti delle forze armate libiche - aveva riferito che «nella giornata di domenica l'elicottero militare Mi-17 si era schiantato per un guasto tecnico e che erano morti tutti e quattro i membri dell'equipaggio», precisando che «non si conoscevano le loro identità, ma che sicuramente si trattava di libici, mentre altri organi di stampa avevano parlato di personale straniero». . I dubbi riguardano anche il modello di elicottero abbattuto che secondo alcune fonti sarebbe un Mi-17, mentre per altri un Mi-35. Caccia di Haftar bombardano costantemente l'area annunciando comunicati nei quali riferiscono di avere effettuato raid contro obiettivi delle Brigate della difesa di Bengasi, nel tentativo di stroncare la resistenza. Notizie ovviamente non confermabili da fonti giornalistiche indipendenti.
Intanto su un altro fronte, a Sirte, dove sono impegnate le forze legate al governo di unità nazionale di Serraj, prosegue l'avanzata contro l'Isis nel tentativo di liberare la città costiera.
L'operazione lanciata a maggio ha incontrato la strenua resistenza dei jihadisti in particolare nell'area del centro Ouagadougou, quartiere generale dello Stato islamico.
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