«Non conosciamo al momento l'identità dei due aerei», afferma l'esecutivo aggiungendo di aver incaricato militari e servizi di sicurezza di compiere un'inchiesta sull'attacco. Fonti dell'esercito hanno comunque già provveduto a negare qualunque responsabilità. Smentite, sia dall'Italia sia dalla Francia, anche «le voci» diffuse dalla televisione privata libica al-Asima di una presunta operazione di forze Nato o franco-italiane contro militanti islamici. La Farnesina ha smentito «nella maniera più categorica» ricordando «la posizione di assoluta neutralità dell'Italia e dei paesi amici della Libia, posizione volta ad avvicinare le parti», Parigi ha parlato di voci «infondate» visto che «la priorità della Francia è ottenere un accordo politico che ponga fine ai combattimenti a Tripoli, a Bengasi e dovunque in Libia».
L'unico dato di fatto restano quindi i sorvoli cominciati verso le 02:00 ora locale, «le esplosioni sentite» e segnalate alla Afp da testimoni «nei quartieri a est di Tripoli», il «bombardamento ad opera di due aerei non identificati» denunciato dal governo. Intanto i combattimenti sono continuati in tutto il Paese, in particolare tra i miliziani di Zintan (ovest), affiancati dalle truppe del generale dissidente Khalifa Haftar, e i guerriglieri di Misurata (est), sempre più vicini agli integralisti islamici con infiltrazioni jihadiste. Gli scontri più intensi oggi sono stati segnalati nei pressi di un ponte, passaggio strategico verso l'aeroporto a sud della capitale. Nell'ambito di questa battaglia, una tv locale vicina al generale Haftar ha affermato che «l'aviazione militare ha bombardato diverse postazioni» vicino a Tripoli, senza ulteriori precisazioni. Dalla fine del regime di Muammar Gheddafi, linciato nel novembre 2011 dai rivoltosi, la Libia è piombata in un caos che si va facendo sempre più sanguinoso e fuori controllo. Tant'è che la settimana scorsa il Parlamento eletto il 25 giugno ha invocato un intervento straniero «per proteggere i civili». Per ora non sembra aver avuto risposte.
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