Libano, il premier Hariri annuncia le dimissioni mentre è in Arabia Saudita e accusa l'Iran di ingerenze

Libano, il premier Hariri annuncia le dimissioni mentre è in Arabia Saudita e accusa l'Iran di ingerenze
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Sabato 4 Novembre 2017, 15:52 - Ultimo aggiornamento: 5 Novembre, 23:58
Il premier libanese Saad Hariri ha annunciato le sue dimissioni. L'annuncio delle dimissioni di Hariri, arrivato mentre era in visita a Riad in Arabia Saudita, è stato trasmesso in diretta dalla tv Al Arabiya. Nella sua dichiarazione l'ex premier ha accusato l'Iran di ingerenze nella politica del mondo arabo. È la secondo volta in cinque giorni che Hariri si reca in visita in Arabia Saudita.

Il governo saudita ha accompagnato l'annuncio a sorpresa delle dimissioni del premier libane con un attacco implicito all'Iran, già citato in maniera esplicita nel discorso di dimissioni.

Su Twitter, il ministro saudita degli affari del Golfo, Tamer Sabhan, ha scritto poco dopo l'annuncio di Hariri che «le mani del tradimento e dell'aggressività devono essere tagliate» in riferimento all'Iran. Hariri aveva usato un'espressione simile nell'annunciare le sue dimissioni. Hariri nei giorni scorsi aveva incontrato due volte il ministro Sabhan a Riad. L'ultimo incontro tra i due è avvenuto poche ore prima dell'annuncio televisivo.

L'Iran ha reagito subito alle dimissioni del premier libanese e agli attacchi espliciti e impliciti lanciati alla Repubblica islamica: il consigliere del ministero degli esteri iraniano Hussein Shaykh Islam ha affermato che «le dimissioni di Hariri sono state decise di concerto col presidente Usa Donald Trump e l'erede al trono saudita Muhammad ben Salman».

Citato dall'agenzia iraniana Mehr, ripresa dal canale tv degli Hezbollah libanesi, il responsabile iraniano ha detto che le dimissioni del premier libanese «è chiaramente una decisone saudita contro Hezbollah». Hussein Shaykh Islam ha poi commentato il fatto che Hariri ha annunciato le dimissioni da Riad e non da Beirut: «Sarebbe stato meglio che Hariri avesse rispettato l'onore del popolo libanese, annunciando le dimissioni da Beirut e non da un altro Stato».

 
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