Kenya: italiani nominati Rangers Onorari per la tutela della natura

Kenya: italiani nominati Rangers Onorari per la tutela della natura
di Alessandro Di Giacomo
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 9 Marzo 2016, 23:29 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 17:37

Importante e orginale riconoscimento per sei cittadini italiani nella Kenya Gazzette dell’Authority of the Republic of Kenya: il Cabinet Secretary for Enviroment and Natural Resource governativo, su proposta del Kenya Wildlife Service (KWS), li ha infatti nominati Honorary Warden, in pratica un grado molto alto del corpo nazionale dei Ranger a tutela e salvaguardia dell’ecosistema ambientale di questo importante Paese africano.

I sei italiani, tra gli altri, sono distribuiti in tutte le Aree naturali del Kenya, ma tre di loro sono stati riconosciuti nella Tsavo Conservation Area: si tratta di Adriano Ghirardello di Busto Arsizio, Davide Gremmo e Massimo Vallarin di Torino, tutti da molti anni impegnati in Africa e a volte è possibile incrociarli anche a Malindi. “Con i suoi oltre 42mila kmq che comprendono gli Tsavo National Park East e West, più le Conservancy e i Sanctuary adiacenti – ricorda Vallarin- questa è la più grande area naturale del Paese, ma purtroppo anche la più interessata dalla vile attività di bracconaggio che ogni anno assassina animali di specie protette e già in via di estinzione. Per questo su 6, in 3 siamo stati nominati proprio qui e quindi tutti noi vogliamo ringraziare le Autorità keniote e in particolare Dominic Wambua, Senior Warden dello Tsavo East National Park, una figura importante nell'ambito della tutela ambientale”.

Come si ottiene questo riconoscimento ufficiale?
“Ogni Autorità locale del KWS –spiega Gremmo- segnala al Quartier Generale di Nairobi le attività di figure come le nostre, anche quindi di nazionalità diverse, impegnate a vario titolo sul territorio. In quella sede una Commissione esamina e valuta le proposte sulla base di accurati rapporti scritti e, quindi, se ne riconosce l’importanza, il Ministero dell'Ambiente e delle Risorse Naturali keniota, rilascia l’onoreficenza". Qual è l’attività principale di un Honorary Warden? “In pratica, è proseguire quella per cui abbiamo ottenuto l’incarico! Oltre alla nostra attività a tutela dell’ambiente, che va dal far osservare le regole interne dei Parchi nel rispetto della fauna e della flora del Kenya –spiega Vallarin- parliamo di un lavoro di intelligence, pattugliamento, individuazione e rimozione di trappole, intercettazione e disturbo dell’attività di bracconaggio. Il tutto fino a proporre soluzioni per la sempre maggiore conservazione e tutela delle specie”.


Com’è inquadrato il vostro grado nel corpo del Kenya Wildlife Services?
“Noi Honorary Warden siamo volontari a tutti gli effetti. D’altronde –dice Ghirardello- siamo qui per passione, abbiamo dedicato le nostre vite a questo ambiente che consideriamo un patrimonio dell’Umanità. Comunque, la carica di Honorary Warden conferisce responsabilità importanti, fino al potere di arresto per chi trasgredisce le leggi ambientali: non per nulla possiamo indossare anche i fregi del corpo del KWS. In caso di crisi possiamo essere chiamati ad intervenire ovunque, per questo dobbiamo segnalare la nostra presenza quando ci muoviamo nei Parchi”.


Questo vuol dire che potete partecipare anche quando il KWS si scontra con le bande dei cacciatori di frodo?
“Certo, in molti infatti possediamo anche il porto d’armi keniota.
Dobbiamo ricordare – dice Gremmo - che questi bracconieri, con l’avorio e i corni di rinoceronte, finanziano anche il terrorismo. Non c’è da andare tanto per il sottile…”. Aggiunge Vallarin: “Inoltre, il fatto che siamo stati nominati nella Tsavo Area non vuol dire che non possiamo essere chiamati laddove il KWS ritenga necessario”.


Qual è la situazione dello Tsavo National Park e del Kenya in generale in termini di tutela delle specie protette?
“Il KWS si sta impegnando moltissimo –sottolinea Ghirardello- perché sanno quanto sia importante l’Ambiente. In questo momento, seppure ogni anno in Africa vengono ancora sterminati migliaia di elefanti e di rinoceronti, il Kenya sta fronteggiando maggiormente questa piaga”. Ma non solo: “Quello che, forse, è il problema ambientale di questo Paese –spiega però Vallarin- è il conflitto uomo-animale che sta creando sempre più problemi: la pressione sulle aree naturali da parte dei nuovi insediamenti urbani in forte espansione è il grande tema caldo del futuro. Sempre più spesso le grandi migrazioni trovano degli ostacoli umani lungo i loro percorsi. Dobbiamo trovare un modo di far convivere le persone con gli animali, altrimenti sarà una guerra di posizione con un finale già scritto: non vincerà nessuno”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA