Kasich, il governatore dell'Ohio che mette paura a Trump

Kasich, il governatore dell'Ohio che mette paura a Trump
di Anna Guaita
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Lunedì 8 Febbraio 2016, 16:14 - Ultimo aggiornamento: 23:54

Manchester (New Hampshire) - Gli elettori del New Hampshire hanno imparato a conoscere John Kasich. A 63 anni il governatore dell'Ohio figlio di immigrati croati e cecoslovacchi, è instancabile e ha tenuto più incontri e comizi di tutti gli altri candidati. Kasich ha alle spalle una lunga carriera politica: eletto nove volte deputato alla Camera, è diventato governatore nel 2010, rieletto nel 2014. Qui nello "Stato di Granito" sta giocandosi le carte per vincere la nomination repubblicana. Alcuni sondaggi lo pongono al secondo, altri al terzo posto. I grandi finanziatori lo guardano di buon occhio, e lo considerano una delle più auspicabili alternative al businessman Donald Trump e al senatore del Texas Ted Cruz, vincitore dei caucus dell'Iowa. Per i "saggi" del partito, sarebbe in effetti meglio lui che non il più giovane senatore della Florida, Marco Rubio, che in Iowa si è piazzato terzo, e punta a conquistare il secondo posto qui nel New Hampshire.

Kasich non è un gran simpaticone, non è molto alla mano, e spesso appare un po' rigido. Ma chi ha modo di ascoltarlo ne rimane positivamente impressionato: "Si vede che ha esperienza di governo e saprebbe dove mettere le mani. E non mi sembra un fanatico, ma un uomo molto pratico, con le idee chiare" commenta Sarah, pensionata, che pensa di votare per lui martedì.  

Kasich scommette su una campagna puntata sul positivo, a differenza degli altri due governatori che gli sono alle calcagna, Jeb Bush, ex della Florida e Chris Christie del New Jersey. All'inizio della sua carriera era considerato un vero conservatore, ma in questa stagione politica in cui il partito repubblicano si è tanto spostato a destra, appare moderato. Ad esempio non nega l'esistenza di un cambiamento climatico causato dall'uomo, non ha combattuto contro la riforma sanitaria di Barack Obama, ma la l'ha adottata per il suo Stato, non crede che i dodici milioni di immigrati clandestini debbano essere deportati, come propone Donald Trump, e pensa che sarebbe giusto imporre dei limiti alla vendita di armi d'assalto.

Con i suoi più diretti rivali - Bush e Christie - tuttavia condivide una potente antipatia per il presidente Obama, e non vede l'ora di essere eletto per disfare molto di quel che ha fatto. "Allacciatevi le cinture di sicurezza - ama scherzare - quando sarò eletto partiremo a razzo".

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