Domenica scorsa due uomini sono arrivati al pronto soccorso: uno aveva bisogno di un intervento chirurgico per rimuovere un coagulo di sangue, l'altro aveva riportato un trauma che non necessitava di alcuna operazione, ma esclusivamente cure e farmaci. Tuttavia, come riporta il giornale keniano Daily Nation, per un banale scambio dei cartellini sugli abiti, sul tavolo operatorio è finito il paziente sbagliato: solo dopo aver aperto il cranio e non aver trovato alcun coagulo i medici hanno iniziato ad avere qualche sospetto. Chiamato un neurochirurgo più anziano, al team è stato consigliato di fermare l'operazione e richiudere la testa. Il medico è tornato a esaminare la cartella clinica dell'uomo, nel quale si confermava la presenza del coagulo: peccato che i dati della Tac si riferissero a un altro paziente. «L'ospedale - si legge in un comunicato - si rammarica profondamente per quello che è successo e ha fatto tutto il possibile per garantire la sicurezza e il benessere del paziente in questione, che è in fase di recupero e sta facendo dei progressi».
Nel tentativo di limitare il danno d'immagine, Lily Koros, Ceo dell'ospedale, ha rilasciato un ulteriore comunicato in cui annunciava la sospensione del neurochirurgo, dell'anestesista e di due infermieri. Entrambi i pazienti sono in buone condizioni, ma lo scandalo che ha travolto l'ospedale ha portato il ministro della Salute, Sicily Kariuki, a sospendere Koros. Questa decisione, però, non ha fatto scemare le proteste dei keniani, che non solo chiedono le dimissioni del Ceo, ma invitano il ministro a rivedere l'intero management della struttura sanitaria.
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