Iraq, furia jihadista: strage di Yazidi: rapite centinaia di donne e bambini

Iraq, furia jihadista: strage di Yazidi: rapite centinaia di donne e bambini
di Roberto Romagnoli
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Domenica 17 Agosto 2014, 10:41 - Ultimo aggiornamento: 18:07

In attesa della fornitura di armi promesse dall’Europa i peshmerga curdi ieri, aiutati dall’aviazione statunitense, hanno concentrato i loro sforzi intorno alla diga di Mosul, lungo il fiume Tigri, occupata il 7 agosto dai jihadisti dell’Isis. Opera che rifornisce di acqua ed energia un vasto territorio, la diga, nelle mani degli itegralisti islamici costituisce un pericolo enorme in quanto potrebbe essere sabotata con il rischio non solo di lasciare al buio la popolazione ma anche di provocare una catastrofica inondazione.

Ed è anche per questo che ieri mattina all’alba i raid aerei dei jet Usa hanno bersagliato obiettivi dell’Isis nelle vicinanze della diga spianando così la strada ai peshmerga curdi e a truppe irachene che l’avrebbero parzialmente riconquistata. «I combattenti curdi con il sostegno aereo americano, hanno preso il controllo del lato est della diga» in seguito all'offensiva, ha detto all'Agenzia France Presse, il generale Abdel Rahmane Korini.

Durante la battaglia per il controllo della diga almeno 20 miliziani dello Stato Islamico sono stati uccisi e 11 feriti secondo quanto riferito da fonti militari curde.

UCCISIONI E SEQUESTRI

Numeri che appaiono ben poca cosa rispetto a quelli riferiti da fonti locali nella provincia di Ninive dove i guerriglieri dell’Isis, venerdì sera, avrebbero ucciso 81 uomini e rapito duecento, tra donne e bambini, nei dintorni della città di Sinjar. Testimoni hanno spiegato che il massacro è stato compiuto nel villaggio di Kojo, dove si è ripetuto uno scenario già conosciuto da quando, il 3 agosto scorso, l'Isis ha conquistato Sinjar e i territori circostanti, culla degli yazidi. Gli uomini sarebbero stati uccisi dopo essersi rifiutati di convertirsi all’Islam. Le donne rapite, secondo i testimoni, sono state portate verso una località sconosciuta. Una sorte dunque simile a quella di altre centinaia sequestrate nei giorni precedenti, che si teme siano ridotte allo stato di schiave sessuali. Secondo fonti del governo di Baghdad, già prima del massacro di Kojo si era avuta notizia di almeno 500 yazidi uccisi, mentre 300 donne erano state rapite.

AIUTI DALL’ITALIA

Alla terrorizzata e stremata popolazione yazida ieri sono giunti i primi aiuti umanitari dall’Italia. A Erbil, nel Kurdistan iracheno, sono infatti atterrati i primi due dei sei voli programmati dai ministeri di Esteri e Difesa. La missione umanitaria prevede la distribuzione, attraverso l’Unicef, di 36 tonnellate d’acqua, 14 tonnellate di biscotti proteici, 200 tende da campo e 400 sacchi a pelo. L’ultimo volo umanitario è in programma per il 20 agosto, lo stesso giorno in cui i ministri di Esteri e Difesa, Federica Mogherini e Roberta Pinotti si riuniranno con le omologhe commissioni di Camera e Senato per discutere sulla richiesta, che dovrà essere approvata dal Parlamento, di sostegno militare ai curdi che due giorni fa ha avuto il via libera dall’Unione europea anche se non tutti i paesi membri seguiranno la linea dell’aiuto militare. Svezia, Irlanda, Finlandia e Austria hanno difatti già annunciato di volersi concentrare solo sull’aspetto umanitario.

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