Italiano freddato da un killer in Brasile. Era stato minacciato. Il padre: «Seguiva gli affari di due romani»

Enzo Albanese
di Francesco Olivo
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Venerdì 9 Maggio 2014, 09:39 - Ultimo aggiornamento: 11 Maggio, 21:55
Il killer si presentato a casa con un casco, lo ha fatto fuori con sei colpi dopo un breve inseguimento. L’unica cosa certa è che Enzo Albanese è morto a Natal, la sera del 2 maggio. Milanese di famiglia barese, aveva 42 anni e viveva in Brasile, nel mitico nord-est che aveva sognato, ma che gli ha dato la morte e nessuno sa perché. La biografia di Enzo è quella di un viaggiatore, prima per lavoro, faceva lo steward per la compagnia Eurofly, poi per amore, visto che aveva sposato una brasiliana, decidendo poi di andare a vivere laggiù. A Natal era nata la figlia Anna Vittoria, che oggi ha sei anni. Dopo aver acquistato una clinica aveva ceduto le quote ed era finito a fare il dirigente della società di rugby «do Alecrim». Questo, poi, era l’anno dei Mondiali ed Enzo si sarebbe dovuto occupare del catering nello stadio.



L’INCONTRO CON I ROMANI

Ma chi cerca le cause di questo del delitto si sta rivolgendo altrove, a un passato di intermediario per gli affari di due personaggi con i quali c’erano stati dei problemi (almeno con uno di loro). Al padre Giuseppe non tornano i conti e la disperazione per la notizia si mescola alla terribile sensazione di non capirci molto. Dai pochi dettagli di lavoro che i genitori conoscevano ce n’è uno che ora li fa insospettire: «Nel 2009 raccontò di aver conosciuto due sessantenni romani, disperati dopo esser stati truffati. Lui si era proposto di aiutarli». Enzo inizia così a seguire gli affari brasiliani di questi signori, forse immobili, sicuramente qualche appezzamento: «Veniva anche a Roma», racconta il padre. Gli inquirenti dicono che con uno dei due italiani il rapporto era finito male, con una denuncia presentata da Enzo. Un po’ di chiarezza il signor Albanese spera di trovarla in Brasile, dopodomani comincerà un viaggio dolorosissimo, ma necessario: «Non abbiamo ricevuto assistenza dalla Farnesina, sono stato io a cercare il consolato e devo ringraziare i carabinieri della Stazione di Budoni in Sardegna».



LA MOTO

L’inchiesta in Brasile prosegue. Le modalità fanno escludere la rapina, «la cosa più preziosa che aveva Enzo era una moto e nessuno l’ha toccata», spiega il colonnello Francisco Araújo Silva che guida della Polizia Militare di Rio Grande do Norte, i criminali sono due uomini che sono fuggiti in una Corolla chiara.
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