Strage di Istanbul, la pista dell'Isis: presa una donna, tre killer in fuga

Strage di Istanbul, la pista dell'Isis: presa una donna, tre killer in fuga
di Susanna Iacona Salafia
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Giovedì 30 Giugno 2016, 08:35 - Ultimo aggiornamento: 10:22


ISTANBUL Il bilancio paradossale è quello di una vera e propria strage prevalentemente di musulmani e nel mese sacro del Ramadan, il digiuno religioso celebrato contemporaneamente in tutti i Paesi di fede islamica. Quarantadue le vittime accertate, di cui 14 stranieri. A parte un cittadino cinese e uno ucraino gli altri uccisi dalla furia omicida dei tre kamikaze, sono tutti cittadini turchi, due iracheni, un tunisino, un uzbeko, un iraniano, un giordano e una donna palestinese; tutti musulmani dunque. Quattro rimangono ancora non identificati, 239 i feriti ospedalizzati di cui la metà già dimessi.

IL BOMBER ROSSO
Tutto è cominciato nell'area degli arrivi, al primo piano dell'aeroporto, quando al controllo del metal detector (previsto anche per i visitatori che entrano nello scalo solo per venire a prendere qualcuno)si è messo in fila un giovane dall'area piuttosto sospetta: indossava un giubbotto bomber rosso(come si è visto poi dalle immagini delle telecamere all'esterno) con una temperatura che superava i 30 gradi. E' stato lì che è avvenuta la prima sparatoria con le guardie al controllo d'ingresso che ha così aperto il varco agli altri due kamikaze precipitatisi all'interno. Ma si parla di un commando di sette persone tra cui una donna che sarebbe stata arrestata; le indagini proseguono serrate.
Un ragazzo che si trovava in fila per il controllo al metal detector ha raccontato dal suo letto in ospedale: «Davanti a me c'erano altre due persone. La prima stava passando sotto il metal detector. A un certo punto sento un rumore dietro di me, mi giro e vedo il terrorista che tira fuori il kalashnikov e inizia a sparare. Vedo che quello che stava sotto il metal detector, si gira e viene colpito a morte. Io mi nascondo sotto il rullo, e questo spara a raffica su tutti facendosi strada. Vedo che la polizia gli spara, sono rimasto ferito durante questa sparatoria. Dopo qualche minuto ho sentito una grande esplosione». Ma, quasi contemporaneamente, un'altra esplosione si era sentita nell'area parcheggi, a pochi passi dall'ingresso. Successivamente un'altra esplosione anche al piano di sotto, ai banchi dei check in, dove presumibilmente i terroristi sono giunti con la scala mobile interna attraversando la sala arrivi ormai semideserta.

LE TESTIMONIANZE
Drammatico anche il racconto, pubblicato in diretta sul social Twitter, di un giornalista americano di origine irachena, Steven Nabil, in transito all'aeroporto di Istanbul di rientro dalla sua luna di miele verso gli Usa. «Ci siamo trovati faccia a faccia con il terrorista mentre sparava. Mia moglie è rimasta ferita. Mia moglie stava dentro un bar mentre io ero andato al terzo piano a prendere del cibo. Ho sentito gli spari, quindi mi sono precipitato giù, ho trascinato mia moglie per un braccio e ci siamo infilati, gattonando e strisciando, dentro un salone di parrucchiere chiudendoci dentro. Sentivamo urla e spari. Ho pensato che sarebbero potuti entrare e prenderci in ostaggio oppure ucciderci. Di fronte a me c'era una bollitore pieno di acqua bollente. L'ho preso e ho pensato che avrei potuto buttarlo in faccia per difendermi dal terrorista nel caso fosse entrato. Sono stati i 45 minuti più lunghi della mia vita».

SCALO RIAPERTO
Intanto ieri, a sole 5 ore dal massacro, alle 2 del mattino circa, dall'aeroporto Ataturk è decollato il primo volo. In mattinata lo scalo era già operativo al 70%. L'aeroporto di Bruxelles, dopo l' analogo attentato di marzo, rimase invece chiuso per sette giorni; Istanbul, già prostrata da una raffica di attentati dall'inizio dell'anno che hanno messo in ginocchio il turismo, vuole dimostrare che è ancora la città efficiente di sempre e niente potrà piegarla.
Sul fronte delle indagini non c'è ancora una rivendicazione ma il premier Binali Yldirim ha subito puntato il dito contro l'Isis, considerati la modalità e l'obiettivo dell'attentato, assolutamente analogo a quelli di Parigi e Bruxelles. Appena il giorno prima, l'aviazione turca, in una operazione congiunta con gli Usa, aveva bombardato alcune posizione dell'Isis(in particolare dei missili katiuscia puntati contro la Turchia) sul confine turco-siriano. Anche il ministro dell'Interno, Efkan Ala, ieri ha detto che gli elementi raccolti avvalorano l'ipotesi della matrice Isis.
 

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