Israele devastata dagli incendi: 80 mila evacuati a Haifa

Israele devastata dagli incendi: 80 mila evacuati a Haifa
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Giovedì 24 Novembre 2016, 21:40 - Ultimo aggiornamento: 26 Novembre, 08:44

Quasi 80mila persone fuori casa: il terzo giorno di incendi ha messo in ginocchio Israele, soprattutto Haifa, terza città del Paese. Ma oggi - oltre alla siccità e ai forti venti - ad essere sotto accusa è il dolo di alcuni focolai, tanto che il premier Benyamin Netanyahu ha ammonito che «l'incendio doloso è terrorismo, e come tale sarà trattato». Il ministro della Sicurezza Gilad Erdan - con lo Shin Bet (il servizio di sicurezza interno) all'opera insieme alla polizia - ha confermato l'arresto «di alcune persone», per lo più singoli.

 
Dalle zone centrali del paese intorno a Gerusalemme, a Modiin, passando per Zichron Yaakov a nord di Tel Aviv fino ad Haifa è un'immensa colonna di fumo con trasporti interrotti, case abbandonate, scuole e asili chiusi, strade sbarrate, prigioni svuotate e, secondo alcune stime, con oltre 100 persone costrette alle cure del pronto soccorso. Ad ora non sono segnalate vittime: un fatto rivendicato da Netanyahu con la prontezza e l'abilità degli interventi. Non sono pochi a parlare di miracolo, vista l'ampiezza dei fuochi. Israele ha chiesto aiuto alle nazioni del mondo per ottenere più aerei antincendio e già 13 (l'Italia ha inviato due Canadair) sono arrivati. Altri due, mastodontici, arriveranno in nottata dalla Russia, promessi da Putin, e gli Usa hanno già fatto decollare il loro "Supertanker" 747.

Al tempo stesso lo Stato ebraico ha denunciato la campagna di soddisfazione per la situazione apparsa sui siti arabi dove - come ha segnalato l'ufficio del primo ministro - si inneggia all'incendio e uno degli hashtag più diffusi è "Israele brucia". Il leader della Lista Araba Unita (terza forza alla Knesset) Ayman Odeh ha respinto le accuse e ha detto che «non è questione di arabi contro ebrei». Da Gaza, Hamas, secondo i media israeliani, ha lodato gli incendi, ma Fatah, il partito di maggioranza nei Territori, ha condannato le espressioni di giubilo e il presidente palestinese Abu Mazen ha anche offerto aiuti a Israele. «Ogni incendio doloso, o anche chi incita a fare incendi - ha sottolineato Netanyahu - è un atto di terrorismo e così sarà considerato. Già ieri abbiamo detto che ci sono incendi per negligenza e altri volontariamente appiccati. Questi ultimi stanno crescendo. Fronteggiamo un terrorismo dei piromani. Chi cerca di bruciare la terra di Israele - ha promesso - sarà punito con la massima durezza».

Il sindaco di Haifa Yona Yahav ha parlato di «disastro nazionale che ha colpito la città»: «Non siamo in grado di dire quanta gente è coinvolta visto che molti dei residenti dell'area del Carmel (la zona di Haifa e dintorni, ndr) sono al lavoro e non a casa.
Stiamo chiedendo a quelli che sono ancora a casa di lasciarla». Da stanotte molti sobborghi di Haifa saranno senza elettricità. Ma se la terza città di Israele è la più colpita, la situazione altrove non è delle migliori: nel centro del paese, oltre a Gerusalemme e Modiin, sono state colpite altre località come Nirit, dove alcune case sono in fiamme. O anche le foreste intorno a Nazareth. Le immagini trasmesse dalle tv dai vari luoghi degli incendi sono impressionati: Israele stasera sembra un paese in guerra.

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