Dare la caccia all’assassino del giornalista americano James Foley e liberare, se possibile, alcuni degli ostaggi nelle mani di Isis. È questo l’obiettivo del commando delle forze speciali della Sas, le forze aeree speciali, e delle Srr, il reggimento di ricognizione, dispiegato dal governo britannico nel nord dell’Iraq nelle ultime 48 ore. L’invio di un gruppo consistente di militari dotati di droni e di strumentazione high tech, divisi in quattro diversi gruppi e assistiti da forze locali curde e irachene potrebbe portare alla cattura dei terroristi già nei prossimi giorni, ma, come spiegato dall’ambasciatore britannico a Washington, Peter Westmacott, l’operazione non significa che Londra «sta mettendo piede» in Iraq. Tutto, infatti, avverrà grazie alla tecnologia: secondo una fonte citata dal Mail on Sunday, Sas e Srr sono in grado di identificare «i jihadisti britannici sul campo di battaglia intercettando i loro messaggi radio», dopodiché, quando e se verranno catturati dai curdi o dagli iracheni, le loro voci verranno analizzate con attenzione durante gli interrogatori.
LE VENE DELLA MANO
Un altro sistema consiste nello studio del reticolo di vene sulla mano del terrorista che appare nel video. «La raccolta di informazioni come il gruppo sanguigno e il Dna, così come le registrazioni della voce ci aiutano a individuare “John il jihadista” perché possono essere confrontate con dati già esistenti», spiega la fonte del Mail, osservando che le informazioni verranno poi processate nel quartier generale del governo per le comunicazioni segrete a Cheltenham, che dispone di una banca dati.
LIBERATI
Ieri però sono arrivate dalla Siria due buone notizie: due ostaggi sono stati liberati. Il primo è il giornalista statunitense Philip Curtis, che era scomparso nel 2012, ma che presumibilmente era stato rapito da qualche gruppo diverso dall’Isis. Il secondo è un ventisettenne tedesco, che - si è appreso ieri - è stato recuperato dall’unità di crisi di Berlino. Ufficialmente non sarebbe stato pagato alcun riscatto, ma secondo indiscrezioni della stampa tedesca la Germania avrebbe versato invece diversi milioni di euro.