Isis, svelati i dati personali di 22mila jihadisti: i documenti trafugati da un ex miliziano "pentito"

Isis, svelati i dati personali di 22mila jihadisti: i documenti trafugati da un ex miliziano "pentito"
di Federica Macagnone
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Giovedì 10 Marzo 2016, 15:13 - Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 10:37

Nomi, indirizzi, numeri di telefono, contatti familiari, un archivio con 22mila dati personali di presunti jihadisti dell'Isis originari di 51 Paesi: migliaia di documenti sono stati consegnati a Sky News da un sedicente pentito dell'organizzazione indicato col nome di Abu Ahmed, un ex membro della polizia per la sicurezza interna del gruppo terroristico.
 



L'uomo, inizialmente un ex combattente dell’Esercito Libero Siriano, uno dei gruppi ribelli più moderati che combattono il presidente siriano Bashar al Assad, ha poi deciso di entrare nelle fila dell'Isis. Tuttavia, dopo un periodo di militanza, pare che le sue aspettative siano state disattese dall'organizzazione: la delusione per quello che il Califfato è diventato nel corso del tempo lo ha spinto a passare le informazioni a Sky News attraverso una chiavetta Usb, consegnata, durante un incontro in Turchia, al giornalista dell'emittente Stuart Ramsay.

Secondo il Guardian, si tratterebbe degli stessi documenti ottenuti di recente dall'intelligence tedesca e la cui autenticità è stata confermata dal ministro dell'Interno tedesco, Thomas de Maizière, secondo cui l'acquisizione delle carte permetterà «indagini più veloci e chiare» oltre a «svelare la struttura dell’organizzazione terroristica». Un portavoce della polizia tedesca ha confermato che le autorità sono in possesso dei documenti originali, senza però spiegare come li abbiano avuti.

I documenti. I file contengono anche i questionari fatti compilare alle reclute una volta superato il confine siriano: 23 domande al quale il futuro jihadista deve rispondere rivelando, tra l'altro, il nome, la data e il luogo di nascita, il numero di telefono, il livello di istruzione, il gruppo sanguigno, il livello di conoscenza della sharia, il tipo di educazione ricevuta, le precedenti esperienze e se si ha l’intenzione di diventare un combattente o un attentatore suicida. Alcuni dei numeri telefonici nelle liste sono ancora attivi e potrebbero essere utilizzati dagli stessi jihadisti. Fra i file raccolti uno si intititola “martiri” e conterebbe i nomi dei kamikaze dell'Isis.

I nomi. Molti dei nominativi contenuti nei documenti sarebbero gli stessi diffusi in precedenza dal sito siriano Zaman Alwsl, che già a dicembre era entrato in possesso di materiale con i nomi di 122 “martiri”. Secondo l'analisi di Zaman Alwsl, i due terzi di tutti i miliziani dello Stato Islamico provengono dall’Arabia Saudita, dalla Tunisia, dal Marocco e dall’Egitto (il 25 per cento sono sauditi): i siriani sono solo l’1,7 per cento del totale dei combattenti, gli iracheni l’1,2 per cento.
Tra i nomi già noti anche quelli di foreign fighters come Abdel Bary, un rapper 26enne di Londra che si è unito all'Isis nel 2013, dopo essere stato in Libia, Egitto e Turchia. Ci sono anche i jihadisti uccisi dai raid dei droni occidentali, come Junaid Hussain, 21enne hacker di Birmingham che guidava il servizio informazioni e reclutamento dello Stato islamico in Siria. Lui e la moglie, Sally Jones, una ex punk del Kent che aveva scelto la via della jihad e si era trasferita in Medio Oriente, avevano pianificato attacchi terroristici nel Regno unito. Un altro è Reyaad Khan di Cardiff, ucciso nel corso di un attacco mirato della Raf nell'agosto 2015.

I servizi segreti. Richard Barrett, ex direttore delle operazioni antiterrorismo dei servizi segreti inglesi, ha detto che i file potrebbero rivelarsi il più grande passo in avanti fatto in questi anni nella lotta al terrorismo. «I documenti saranno una miniera d'oro di enorme importanza per molte persone, in particolare per i servizi di sicurezza e di intelligence».

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