La denuncia è di un gruppo di opposizione, che non ha divulgato l'identità della donna torturata, chiamandola con il nome di fantasia Batol. «Ero al mercato per comprare qualcosa quando il gruppo Khansa è arrivato e mi ha arrestata», racconta la ragazza.
Poi, Batol è stata portata al quartier generale dove, nella stanza riservata alle torture, le è stato chiesto se preferiva le frustate o il "biter". «Ho scelto il secondo, non sapendo cosa fosse pensavo facesse meno male della frusta», racconta Batol. Che però si è sbagliata: il biter usato contro di lei era infatti una specie di tenaglia chiodata, simile alle trappole per animali.
«Me lo hanno appoggiato sul petto e hanno spinto forte - racconta la ragazza, sconvolta - ho urlato dal dolore. Mi sento come se la mia femminilità fosse stata totalmente distrutta. E non sono l'unica: neil loro quartier generale c'erano molte donne ridotte peggio di me».
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