Parla l'ex moglie del califfo Al Baghdadi: «Adesso voglio vivere in Europa»

Parla l'ex moglie del califfo Al Baghdadi: «Adesso voglio vivere in Europa»
di Federica Macagnone
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Venerdì 1 Aprile 2016, 17:09 - Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 13:15
Un uomo normale dalla personalità misteriosa ed enigmatica. È il ritratto che Saja al Dulaimi dipinge di Abu Bakr al Baghdadi, l'Emiro dell'Isis con il quale è stata sposata e dal quale ha avuto una bimba. In un'intervista esclusiva al giornale svedese l'Expressen, la donna, che oggi ha 28 anni, ha raccontato i dettagli del suo matrimonio con l'uomo più ricercato del mondo: un rapporto senza amore durato poco e dal quale, 6 anni fa, è nata una bambina. Poi l'abbandono, la fuga, il carcere in Libano per aver tentato di oltrepassare la frontiera con documenti falsi. Oggi, a quattro mesi dalla liberazione, guarda all'Europa come la terra dove far crescere i suoi tre figli. «Voglio vivere in una nazione europea, non in un Paese arabo – ha detto - Anche se sua madre è stata sposata con Baghdadi, un terrorista, qual è la colpa di mia figlia?» aggiunge parlando di Agar, la bambina avuta dal Califfo.

Saja è cresciuta in una famiglia dell’alta borghesia di Baghdad e, prima di sposare Al Baghdadi, era convolata a nozze con Falah Ismail al-Jasim, tenente della guardia del corpo di Saddam Hussein che, dopo la caduta del regime, si è unito al movimento terroristico Jaish al-Rashedin, che ha combattuto contro le truppe Usa in Iraq. Dopo appena un anno di matrimonio, Saja è entrata a far parte della schiera delle giovani vedove. Sola e con i gemelli da crescere, accettò l'invito di uno zio che gli disse di conoscere un uomo alla ricerca di una vedova sposare. Quell'uomo era Al Baghdadi. Era il 2008 e poco dopo la donna e i bambini si trasferirono dal Califfo e si unirono alla prima moglie e ai suoi figli.
«Non lo amavo – ha continuato - Era una persona enigmatica e misteriosa. Non si poteva avere una normale conversazione con lui, non osavo discuterci. Mi dava solo ordini, niente di più». Tuttavia, nonostante il marito sparisse per qualche giorno alla settimana, nulla le ha mai fatto sospettare quali fossero i programmi dell'uomo che aveva sposato.

«Era un normale padre di famiglia - ha aggiunto – Come sia potuto diventare l'emiro dell'organizzazione terroristica più pericolosa del mondo è un mistero. Quando ci siamo sposati non lo conoscevo, era un uomo comune, faceva il professore universitario. Non mi ha mai raccontato del suo passato. Era misterioso e taciturno. Avevamo un rapporto superficiale. Ma amava i bambini. Per i miei figli era un idolo».
Dopo pochi mesi di matrimonio, con già in grembo la figlia di Al Baghdadi, Saja è fuggita. Nell'intervista ha raccontato che l'ultima volta che ha parlato con l'ex-marito fu nel 2009, quando lui le chiese di tornare a casa e lei rifiutò. Poi ogni contatto è stato interrotto. «Ho saputo quello che era diventato quando, con il mio nuovo marito, siamo stati arrestati in Libano per aver tentato di attraversare il confine con documenti falsi – ha raccontato - È stato allora che mi hanno mostrato delle foto per chiedermi se lo riconoscessi».

Saja oggi punta all'Europa. Ma nonostante professi la sua idea di libertà, è anche favorevole all’applicazione della Sharia senza trovare in tutto ciò una contraddizione. «Dove è la mia colpa? - risponde quando le si chiede perché l'Occidente dovrebbe accoglierla - Ero sposata con lui nel 2008, ora siamo divorziati. Sono stata io che l’ho lasciato. Sono una donna che ha attraversato molte difficoltà, che ha sofferto in carcere. Se avessi voluto sarei stata ricca, ma non voglio soldi, voglio la libertà».
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