Iraq, rapiti dall'Isis 100 donne e bambini. Maliki in tv annuncia le dimissioni

Iraq, rapiti dall'Isis 100 donne e bambini. Maliki in tv annuncia le dimissioni
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Giovedì 14 Agosto 2014, 07:48 - Ultimo aggiornamento: 15 Agosto, 13:43

Mentre l'Isis rivendica il rapimento di 100 donne e bambini yazidi, gli Usa ridimensionano l'emergenza in Iraq facendo retromarcia sul piano di evacuazione di almeno 30mila appartenenti alla minoranza religiosa braccata dalle milizie di Al Baghdadi. Un piano di evacuazione della comunità yazida rifugiata sulle montagne intorno a Sinjar è «meno probabile» di quanto valutato in un primo momento, visto che gli osservatori militari americani sul posto hanno constatato che le loro condizioni sono meno gravi di quanto temuto, ha detto il portavoce del Pentagono, ammiraglio John Kirby.

Intanto il primo ministro iracheno Nouri al-Maliki ha deciso di rinunciare al potere e ha annunciato in tv che sosterrà il suo successore alla guida del governo, Haidar al-Abadi.

Ritirato anche il ricorso contro il presidente. «Oggi vi annuncio il ritiro della mia candidatura in favore del fratello Haidar al Abadi», ha dichiarato Maliki.

Lunedì il presidente della Repubblica, Fuad Masum, aveva incaricato un altro esponente sciita, Haidar al Abadi, di formare un nuovo governo per favorire una riconciliazione con la comunità sunnita, nell'ottica di cercare di arginare l'avanzata dei jihadisti dell'Isis nel nord del Paese. Maliki, tuttavia, aveva rifiutato di dimettersi, definendo la decisione del presidente una «violazione della Costituzione» e presentando quindi un ricorso contro Masum. Maliki in precedenza era sembrato ignorare anche l'invito a lasciare formulato dalla massima autorità spirituale sciita del Paese, l'influente Grande Ayatollah Ali al Sistani.

Il Pentagono Il personale militare americano ha constatato che gli yazidi vivono in «condizioni migliori» del previsto. «Sulla base di questa valutazione - ha detto l'ammiraglio Kirby - si ritiene che la missione di evacuazione è molto meno probabile». Gli Stati Uniti però continueranno a fornire un aiuto umanitario ai rifugiati, ha aggiunto. «I consiglieri militari, che erano accompagnati dall'Usaid - ha proseguito Kirby - hanno constatato che ci sono meno yazidi sulle montagne rispetto a quanto temuto in precedenza». Grazie agli aiuti umanitari, ai raid aerei americani contro le postazioni dei jihadisti dello stato islamico dell'Iraq e agli sforzi dei miliziani curdi Peshmerga, «molti yazidi sono riusciti a fuggire nelle scorse notti. Coloro che sono rimasti sono in condizioni migliori rispetto a quanto calcolato in precedenza e continuano ad avere accesso ai viveri e all'acqua lanciati di cargo americani».

100 donne e bambini rapiti I jihadisti dell'Isis, lo Stato islamico dell'Iraq, hanno rapito più di 100 yazidi, donne e bambini, da Sinjar nel nord dell'Iraq e li hanno portati a Mosul dove saranno «convertiti all'Islam». La conferma del rapimento - già trapelato nei giorni scorsi, è arrivata alla Cnn da un alto responsabile dell'Isis. Secondo quanto ha riferito l'alto reponsabile Isis, (la Cnn precisa di non poter confermare la notizia in modo indipendente), i militanti hanno rapito più di 100 tra donne e bimbi i yazidi più di una settimana fa «quando sono entrati a Sinjar uccidendo un alto numero di uomini», ha precisato l'alto responsabile. «Posso confermare che le donne e i bambini sono stati portati a Mosul; coglieremo questa opportunità per farli convertire all'islam».

Conversione o morte La notizia conferma quando già denunciato dal governo iracheno e da quanti sono riusciti a fuggire dalle violenze dell'Isis che hanno visto i jihadisti catturare le famiglie per poi separare gli uomini dalle donne e dai bambini. La scorsa settimana, il governo iracheno aveva denunciato il rapimento di donne, sotto i 35 anni, e bambini, ma non era stato in grado di dire quanti erano. Si teme che, oltre a essere convertite all'islam, le donne possono essere vendute come schiave, oppure costrette a sposarsi con i militanti. Sinjar ospitava la popolazione più numerosa di yazidi tra i suoi 250.000 abitanti, prima di essere conquistata in una nuova offensiva dei jihadisti. Almeno 200.000 civili si sono dati alla fuga, secondo fonti dell'Onu, e molti sono rimasti bloccati sulle montagne, dove ora rischiano di essere uccisi dalla fame e dalla sete.

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