secondo la testimonianza di alcuni attivisti, la piccola è stata legata al parabrezza di un veicolo militare per costringere i "nemici" a non sparare al suo “padrone” durante una battaglia. La bimba ha urlato e ha pianto ma le sue lacrime non sono servite a fermare tanta crudeltà.
La notizia è stata resa nota da un gruppo di attivisti che hanno salvato più di mille donne yazidi liberandole dalla schiavitù sessuale imposta loro dai jihadisti. Khaleel al-Dakhi, avvocato e attivista dei diritti umani, ha raccontato di essere riuscito a mettersi in contatto con la bimba. «È ancora viva, ho parlato personalmente al telefono con lei – ha raccontato l'uomo al Sun – È nelle mani di quelle bestie. Mi ha raccontato che viene regolarmente stuprata dall'uomo che l'ha ridotta in schiavitù».
Quella che arriva dall'Iraq è solo l'ultima agghiacciante storia di violenza nei confronti delle donne e delle bambine della minoranza yazidi nelle mani dei terroristi dello Stato islamico: la piccola è una dei 3.750 prigionieri catturati durante la brutale rivolta dell'Isis sul monte Sinjar nel nord dell'Iraq lo scorso anno.