Iraq, i curdi continuano l'avanzata verso Mosul. Obama: «Strategia a lungo termine contro Isis»

Iraq, i curdi continuano l'avanzata verso Mosul. Obama: «Strategia a lungo termine contro Isis»
4 Minuti di Lettura
Martedì 19 Agosto 2014, 09:46 - Ultimo aggiornamento: 13:00

Le forze curde hanno annunciato la conquista di altre localit nel nord dell'Iraq, affermando che si preparano a marciare in direzione di Mosul, dopo avere ripreso ieri ai jihadisti dello Stato islamico (Isis) il controllo della strategica diga sul Tigri, la pi grande del Paese.

Una riconquista salutata con soddisfazione anche da Barack Obama, che l'ha definita «un passo importante», ottenuto «dalle forze irachene con il sostegno delle forze Usa», ovvero i raid aerei che avrebbero anche «fermato l'avanzata dell Isis attorno alla città di Erbil e respinto i terroristi».

I progressi dei Peshmerga sui territori da cui nelle ultime settimane sono fuggiti vero il Kurdistan centinaia di migliaia di civili, molti dei quali delle minoranze cristiana e Yazidi, sono stati in effetti resi possibili dai raid aerei americani, che si sono intensificati negli ultimi giorni. Ma proprio a questo tipo di intervento Papa Francesco ha espresso critiche parlando con i giornalisti sull'aereo che lo riportava a Roma dalla Corea del Sud.

«Una sola nazione non può giudicare come si ferma un aggressore» ha detto, sottolineando che sono invece le Nazioni Unite a dovere decidere come fermare i miliziani dell'Isis. «Sottolineo il verbo fermare, non bombardare o fare la guerra», ha insistito il Papa. Il Pontefice ha aggiunto di essere «disposto ad andare in Kurdistan», dove in questi giorni si trova il suo inviato personale, il cardinale Fernando Filoni.

Il porporato ha rilasciato ieri una dichiarazione congiunta con il patriarca caldeo e presidente della Conferenza episcopale irachena, mons. Louis Sako, per chiedere alla comunità internazionale di intervenire non solo per portare aiuti umanitari ai profughi, ma anche per «liberare i villaggi ed i luoghi occupati il più presto possibile e in modo stabile». E di aiuti ha parlato in serata Obama, affermando che gli Usa stanno realizzando «una coalizione internazionale per far fronte alle crisi umanitaria nel nord dell'Iraq».

In tal senso, ha detto, Washington «lavorerà col governo iracheno e con partner come Gran Bretagna, Canada, Francia, Italia e Australia per fornire acqua e assistenza alle persone che sono state costrette a fuggire dalle loro case» dall'avanzata degli integralisti.

I combattimenti tra Peshmerga e jihadisti, intanto, continuano intorno alla diga 60 chilometri a nord di Mosul, con i miliziani curdi che cercano ancora di rinsaldare le loro posizioni con il sostegno dell'aviazione americana, che con droni e caccia ha effettuato ieri 15 nuovi raid, distruggendo tra l'altro nove postazioni dei ribelli, un posto di blocco e sette veicoli blindati.

Sono così arrivati a 68 gli attacchi compiuti dalle forze Usa a partire dall'8 agosto. Sul terreno, il generale Kassim Atta, portavoce del comando delle forze armate, ha confermato la riconquista dello sbarramento sul Tigri, ma ha aggiunto che combattimenti proseguono in alcuni edifici vicini, in particolare nella zona residenziale.

Alcune costruzioni sono inoltre state minate dai jihadisti prima di ritirarsi e quindi devono essere bonificate. Da parte curda si afferma che dalla diga i Peshmerga stanno avanzando verso la cittadina di Wanna, 25 chilometri più a Sud.

Nella provincia di Al Anbar, più a Sud, continuano intanto i combattimenti tra l'esercito di Baghdad e le forze jihadiste che si sono impadronite di varie città. Il generale Atta ha detto che le truppe governative hanno respinto un tentativo dell'Isis di conquistare la strategica città di Haditha, sull'Eufrate, grazie al sostegno di clan tribali locali. Intanto gli interrogativi sul corso che la comunità internazionale deciderà di seguire sembrano riguardare in questi giorni soprattutto la Gran Bretagna.

Il ministro della Difesa, Michael Fallon, ha confermato un utilizzo più ampio dei jet della Raf e un impegno che, ha spiegato, potrebbe durare «mesi», superando la natura strettamente umanitaria della missione. Ma il primo ministro David Cameron ha escluso un dispiegamento di truppe sul terreno. «Non saremo coinvolti in una nuova guerra in Iraq», ha insistito il premier.

Per quanto riguarda invece l'Italia, fonti del ministero della Difesa hanno fatto sapere che l'invio di armi ai guerriglieri curdi, dopo il via libera dei ministri degli Esteri della Ue venerdì scorso, potrebbe partire già 48-72 ore dopo l'informativa del governo al Parlamento, mercoledì.

Obama: «Strategia a lungo termine contro l'Isis». «Continueremo a perseguire una strategia a lungo termine» contro i miliziani dell'Isis in Iraq «sostenendo il nuovo governo iracheno». Lo ha affermato Barack Obama, aggiungendo che già ora «continuiamo a vedere progressi importanti» i jihadisti, che - secondo il presidente Usa - rappresentano una minaccia per l'Iraq e per tutta la regione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA