Iran, «L'ex presidente Ahmadinejad arrestato per incitamento a rivolta»

Iran, «L'ex presidente Ahmadinejad arrestato per incitamento a rivolta»
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Domenica 7 Gennaio 2018, 13:49 - Ultimo aggiornamento: 8 Gennaio, 17:03

Riunione straordinaria oggi a Teheran del Parlamento per esaminare le proteste scoppiate nei giorni scorsi in numerose città dell'Iran, mentre i Pasdaran (Guardiani della Rivoluzione, vicini alla Guida suprema ayatollah Ali Khamenei) sul loro sito ribadiscono di aver posto fine all'ondata di contestazioni. Nel contempo si apre un giallo sull'ex presidente Mahmoud Ahmadinejad che, secondo fonti di stampa, sarebbe stato fermato e posto agli arresti domiciliari per «incitamento alla rivolta». Sul fatto che ci fosse proprio lui dietro alle prime manifestazioni di piazza scoppiate lo scorso 28 dicembre nella seconda città dell'Iran, Mashhad, erano circolate voci fin dall'inizio.

Ma non avevano trovato nessuna conferma e di Ahmadinejad si sapeva ufficialmente solo che aveva intenzione di ricandidarsi alla presidenza della Repubblica islamica nel 2020. Si diceva con una certa ufficialità anche che l'ex presidente contava sull'appoggio della Guida suprema, ayatollah Alì Khamenei, che si era schierato al suo fianco già nel 2009, quando la sua rielezione aveva portato a contestazioni di massa dei riformisti e a una durissima e sanguinosa repressione.

A quanto pare invece, Khamenei oggi l'avrebbe decisamente scaricato avallando anche - qualora la notizia riferita dal quotidiano Al-Quds Al-Arabi venisse confermata - il suo arresto, avvenuto probabilmente nella città di Shiraz. A determinare questo deciso cambio di rotta della Guida suprema, secondo il giornale, sarebbero state le dichiarazioni fatte durante una visita a Bushehr, città situata nell'Iran occidentale. «Alcuni tra gli attuali leader - aveva detto Ahmadinejad - vivono separati dai problemi e dalle preoccupazioni della gente e non sanno nulla della realtà sociale» dell'Iran. Fomentatori di disordini interni quindi ma - stando all'odierna riunione straordinaria del Parlamento iraniano - anche ingerenze straniere.

La sessione del Majles (altrimenti detta Assemblea consultiva islamica o Parlamento, organo legislativo con 290 seggi) si è svolta a porte chiuse ma qualcosa è comunque trapelato. Responsabili della sicurezza hanno aggiornato i parlamentari sulle proteste (confermati 23 morti) e sulle condizioni di detenzione delle centinaia di persone arrestate nei giorni scorsi. Secondo l'agenzia Irna, molte dovrebbero essere rilasciate ma contro i facinorosi sarà usato il pugno duro. L'Irna ha anche riferito che durante la seduta straordinaria «è stato messo in risalto che elementi stranieri, e in particolare gli Stati Uniti, hanno avuto un ruolo fondamentale nell'organizzare, fomentare e manipolare la recente sollevazione», ha detto Jalal Mirzarei, uno dei parlamentari. Nei giorni scorsi gli Usa e Israele, ma anche l'Arabia Saudita e leader dell'Isis, avevano dichiarato apertamente il loro appoggio alle proteste che dalle rivendicazioni economiche avevano assunto in 5 giorni un carattere sempre più politico e destabilizzante.

L'intesa sul nucleare, raggiunta durante la presidenza americana di Barack Obama, prevedeva infatti un alleggerimento delle sanzioni in atto contro l'Iran e aveva creato grandi aspettative di sviluppo economico tra la gente, soprattutto tra i giovani, che sono la maggioranza della popolazione. La retromarcia dell'attuale presidente Usa, Donald Trump, ha però smorzato gli entusiasmi e, in ultima analisi, è l'origine 'esternà più evidente delle recenti manifestazioni di piazza contro il carovita e la corruzione. Il sito dei Pasdaran mette sotto accusa anche monarchici nostalgici dello Scià, rovesciato con la rivoluzione khomeinista del 1979, ma questa ipotesi raccoglie ben poco credito tra gli esperti.

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