Influenza suina, panico in Messico
Oms: nuovo virus, emergenza mondiale

Distribuzione mascherine a Città del Messico (foto Gregory Bull - Ap)
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Sabato 25 Aprile 2009, 09:52 - Ultimo aggiornamento: 7 Febbraio, 17:23

ROMA (25 aprile) -L'Organizzazione mondiale della sanit (Oms) ha dichiarato in serata che i focolai di influenza da suini in Messico e negli Stati Uniti costituiscono un'emergenza di sanit pubblica di rilievo internazionale (public health event of international concern): quanto contenuto in una nota dell'Oms pubblicata a Ginevra.

Oms: «Tutti i Paesi intensifichino i controlli». L'Oms ha raccomandato a tutti i Paesi di intensificare la sorveglianza dello scoppio di casi di malattie di tipo influenzale (influenza-like) e la polmonite severa. Ulteriori informazioni sono necessarie per potersi pronunciare sull'adeguatezza dell'attuale livello d'allerta pandemica, che è ora alla fase tre su una scala di sei. Il direttore generale dell'Oms, Margaret Chan ha riunito oggi a Ginevra un comitato di emergenza per fare il punto della situazione come previsto dall'International Health Regulations (Ihr), il regolamento sanitario internazionale. Seguendo il consiglio del Comitato - spiega il comunicato - il direttore generale dell'Oms ha determinato che l'attuale situazione costituisce un'emergenza di sanità pubblica di rilievo internazionale.

«Situazione seria: è un nuovo virus». «La situazione è seria e deve essere seguita con grande attenzione» aveva già affermato in giornata il direttore generale dell'Oms, Margaret Chan. Per quanto da più parti arrivino moniti di non creare allarmismo per i casi di influenza di origine suina, la gravità della situazione si rende sempre più palese. «Non sappiamo ancora la possibile diffusione dell'infezione rispetto ai casi registrati in Messico e negli Stati Uniti», ha aggiunto Chan, spiegando che gli esperti ritengono che sia un nuovo virus che ha potenziale pandemico, ma non si sa ancora se possa causare una pandemia. La prudenza è ovviamente d'obbligo, in attesa di conoscere in modo preciso le caratteristiche del virus e l'evolversi della situazione.

«Infezione mai rilevata prima, rapida evoluzione». «Questa infezione - ha spiegato il direttore dell'Oms - non è stata registrata in altre parti del mondo e non è mai stata rilevata finora nei maiali o negli uomini». Gli esperti dell'Oms coinvolti nella valutazione del rischio di trasmissione stanno studiando il tasso di infezione e di ospedalizzazione per comprendere a fondo la pericolosità del virus, ma anche le fasce di popolazione maggiormente colpite che non sono anziani e bambini ma giovani adulti sani. «Si tratta di una nuova infezione e la situazione in questi casi evolve rapidamente».

Un puzzle di virus che si trasmette da uomo a uomo. Un virus mai visto finora, insomma, e che si trasmette da uomo a uomo. Un nome non ce l'ha ancora, ma il suo identikit sta diventando sempre più chiaro di ora in ora, nei laboratori che lo stanno studiando in tutto il mondo. Il nuovo virus, noto come AH1N1, è un singolare puzzle che unisce insieme frammenti di virus di due tipi di influenza dei suini (nordamericana ed eurasiatica), della molto più nota aviaria e della familiare influenza umana.

Gli esperti temevano l'arrivo del virus fin dal 1997. E' avvenuto, in sostanza, il riassortimento di cui si parlava e che si temeva fin dal 1997, quando i primi casi della cosiddetta "influenza dei polli" fecero la loro comparsa a Hong Kong. Allora si cominciò a parlare del probabile arrivo di una nuova pandemia, dopo la "Spagnola" del 1918, la "Asiatica" del 1957 e la "Hong Kong" del 1968. Virologi di tutto il mondo ne hanno sempre dato per scontato l'arrivo, rilevando che sarebbe stata una questione di tempo.

Analisi effettuate in Canada. Il tutto è dimostrato dalle analisi condotte finora sui campioni biologici prelevati dai primi pazienti messicani e statunitensi. Per i primi l'analisi genetica è stata condotta in Canada e dimostra che il virus è composto per l'80% dal virus della febbre suina del Nord-America e per il 20% da una variante eurasiatica individuata per la prima volta in Thailandia. L'analisi genetica condotta dai Centri statunitensi per il controllo delle malattie (Cdc) su campioni prelevati dal primo dei due pazienti californiani mostrano che il virus contiene segmenti di informazione genetica che provengono da altri quattro virus: quello dell'influenza suina del Nord-America, dell'influenza aviaria del Nord America, dell'influenza umana e dell'influenza suina Eurasiatica. 

Sanità Usa: le febbre si è diffusa e non può essere contenuta. Secondo le autorità sanitarie americane la febbre suina si è largamente diffusa e non può essere contenuta, ha detto oggi Anne Schuchat dei "Centers for disease control and prevention". «E' chiaro che è diffusa e che non possiamo contenere la diffusione del virus» ha detto la Schuchat ,che dirige ad interim i programmi di scienza e sanità pubblica dei Cdc. Le autorità Usa stanno collaborando strettamente con Messico, Canada e con l'Oms. Il portavoce della Casa Bianca, Red Cherlin, ha detto che l'amministrazione Obama sta seguendo da vicino la situazione. 

Allarme a New York, decine di studenti di un liceo si sentono male: inviate analisi casi sospetti. Alcuni studenti di un liceo di New York sono risultati positivi a un'influenza di ceppo A, ma saranno necessari ulteriori test per scoprire se sono stati contagiati dalla febbre suina che ha fatto decine di vittime in Messico. La Cnn ha detto che le autorità sanitarie newyorchesi hanno inviato le analisi di nove studenti ai Centers for disease control di Atlanta per test più approfonditi, visto che decine di allievi di un liceo di New York si erano sentiti male nelle ultime 48 ore. Gli addetti alla sanità del comune hanno ordinato controlli a tappeto per accertare che non si tratti della febbre suina. «E' prematuro per ora gettare l'allarme: potrebbe essere normale influenza di tipo B, che colpisce tardi nella stagione, o qualcosa che non abbiamo mai visto» ha detto il medico scolastico Ross White. 

La diffusione del virus. La diffusione è diventata molto più rapida a partire dal 23 aprile e attualmente, informa l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), a Città del Messico si registrano oltre 854 casi di polmonite. Di questi, 59 sono morti. Altri 24 casi, con tre morti, sono stati segnalati nella zona centrale del Paese e quattro in una zona al confine con gli Stati Uniti. Negli Stati Uniti si registrano cinque casi in California e due nel Texas, più nove casi sospetti. A New York sono stati sottoposti a test 75 studenti che hanno lievi sintomi di una malattia respiratoria. Per due dei sette casi confermati è stato necessario il ricovero internazionale e nessuno di essi è morto. Dei casi segnalati in Messico, 18 sono stati analizzati in Canada e dai test di laboratorio risulta che si tratta di virus dell'influenza suina del tipo A H1N1, mentre altri 12 casi risultano geneticamente identici a quelli del virus dell'influenza suina del tipo A H1N1 segnalato in California.

Colpiti giovani adulti in buone condizioni. Nella maggior parte dei casi, ha reso noto l'Oms, sono stati colpiti giovani adulti in buone condizioni di salute: un'anomalia rispetto alla tradizionale diffusione dei virus influenzali, che tendono a colpire innanzitutto bambini e anziani. «Questi gruppi tuttavia - rileva l'Oms - non sono stati colpiti in modo significativo in Messico». Per questo l'Oms sta lavorando in queste ore «in contatto costante con le autorità sanitarie di Stati Uniti, Messico e Canada per comprendere i rischi» e ha inviato diversi gruppi di esperti in Messico per lavorare a contatto con le autorità sanitarie locali.

Bruxelles: «Nessun caso in Europa». Nessun caso di influenza suina nell'Unione europea. «Al momento, non ci sono casi segnalati dagli Stati membri», ha riferito all'Ansa la portavoce della Commissione Ue Nina Papadoulaki, rilevando che l'Agenzia europea per la prevenzione e il controllo delle malattie, che ha sede a Stoccolma, aggiorna la situazione in contatto con gli Stati membri «ogni 3-4 ore».

Steward britannico ricoverato a Londra.  Proprio in serata, però, è arrivata la notizia riguardante uno steward della British Airways che, al rientro dal Messico, è stato ricoverato in ospedale a Londra con sintomi che corrispondono a quelli dell'influenza da suini. Lo hanno annunciato sabato sera responsabili dell'ospedale e della compagnia aerea. Un portavoce del Northwest London hospital ha riferito che lo steward, la cui identità non è stata resa nota, è sotto cura «per dei sintomi che somigliano a quelli influenzali e reagisce bene al trattamento». Un portavoce della British Airways ha confermato che lo steward ha effettuato il volo BA242 da Città del Messico, arrivato a Heathrow alle 13 locali. L'Agenzia di protezione della sanità ha sottolineato che l'uomo è stato sottoposto a esami «a scopo precauzionale», aggiungendo che a questo stadio non c'erano casi confermati di persone colpite dall'influenza suina né in Gran Bretagna né nel resto d'Europa.

Italia: massima allerta. «Resta alta la sorveglianza» del ministero del Welfare. Monitoraggio ora per ora e costante contatto con gli organismi europei e internazionali sull'evolversi della situazione in Messico e negli Stati Uniti, fa sapere il sottosegretario alla Salute Ferruccio Fazio. Da ieri sono state allertate in particolare la rete di controllo Influnet del Ministero, in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità, e le altre strutture per la sorveglianza del virus sul territorio. Gli Uffici di sanità marittima ed aerea del Ministero sono pronti a fornire informazioni per i viaggiatori diretti e provenienti dai Paesi in cui si sono verificati casi di influenza suina e si sta predisponendo l'attivazione di un numero verde dedicato di supporto per fornire informazioni a tali viaggiatori. Si valuta l'opportunità di assumere iniziative relative a controlli alle frontiere. Anche per l'Italia pronto il Piano concordato con gli altri Stati dell'Unione Europea di preparazione e risposta ad un'eventuale pandemia influenzale e di ampie scorte di farmaci antivirali da utilizzarsi in caso di necessità. Allo studio un volantino da distribuire negli aeroporti per chi è diretto in Messico. 

Dosi antivirali. In risposta alla presunta insufficienza di scorte di farmaci antivirali in caso di pandemie arriva la precisazione del ministero secondo cui sono «attualmente stoccate presso il ministero della Salute quaranta milioni di dosi». Lo afferma in una nota, il sottosegretario alla Salute, Ferruccio Fazio. «Più precisamente - spiega la nota - sono disponibili circa dieci milioni di dosi di farmaco Zanamivir (Relenza) e 60mila dosi di farmaco Oseltamivir (Tamiflu) pronte per l'assunzione. Sono inoltre disponibili circa 30 milioni di dosi di Tamiflu sotto forma di polvere, per l'incapsulamento della quale è già stato dato mandato all'Istituto Chimico Farmaceutico Militare di Firenze. Tale polvere, peraltro, può essere assunta, in estrema emergenza, in soluzione liquida».

Il nuovo virus si trasmette più facilmente e rapidamente rispetto a quello dell'aviaria, ma di sicuro, affermano gli esperti, non ci sono rischi legati al consumo di carne suina.

Panico a Città del Messico. Per il casi registrati in Messico e negli Stati Uniti, sono stati segnalati almeno 60 morti e quasi mille casi sospetti. Chiusi i centri di istruzione, cinema, teatri e musei e si evoca perfino la possibilità di sospendere ogni attività lavorativa in una megalopoli, quale è Città del Messico, di oltre 20 milioni di abitanti.

Il presidente messicano: abbiamo gli antivirali. Il presidente del Messico Felipe Calderon ha oggi assicurato che il governo ha la quantità necessaria degli antivirali adatti per far fronte all'emergenza nel paese. Calderon ha invitato i messicani a seguire attentamente tutte le prescrizioni diffuse dalle autorità sanitarie del paese, tra cui evitare strette di mano o baci, coprirsi la bocca con un fazzoletto quando si starnutisce, non frequentare luoghi affollati. Il presidente non ha escluso la possibilità che le scuole rimangano chiuse fino alla prossima settimana, ribadendo l'appello affinché circa 700 locali (tra bar, ristoranti e centri notturni) di Città del Messico rimangano chiusi per altri dieci giorni. Il 70% di tali locali, ha detto, ha già accolto l'invito.

Le precauzioni in Messico: scuole chiuse, eventi cancellati. Mentre da Ginevra giungevano i moniti lanciati dall'Oms, subito ripresi dalle tv e gli on-line, gli abitanti della capitale hanno dovuto rinunciare a concerti, mercati, musei, cinema, programmi in pubblico per bambini, ecc. Ieri le autorità hanno chiuso le scuole fino a martedì, misura che con ogni probabilità si estenderà però fino alla fine della settimana. Sono stati più di 550 gli eventi cancellati nella città, dove due partite della serie A si giocheranno a porte chiuse. Per domenica la Chiesa ha invitato i fedeli a recarsi a messa coprendosi bocca e naso con le mascherine, che fin da ieri sono andate a ruba nelle strade della città.

Stato d'allerta e controlli in tutto il Paese. A dare una buona notizia è stato il segretario della sanità della capitale messicana, Armando Ahued, il quale ha riferito che nelle ultime ore - di fatto, nella giornata di ieri - non ci sono state notizie di morti per il virus dei maiali: «E' un fatto positivo - ha detto - visto che negli ultimi giorni ogni 24 ore c'erano uno o due morti. Evidentemente i malati stanno reagendo bene alle cure». Le autorità, che stimano in un migliaio le persone contagiate, hanno messo in allerta più di 1.500 centri sanitari in tutto il paese e oltre 230 ospedali. I sistemi di controlli e prevenzione sono stati attivati anche negli aeroporti, i porti e le stazioni di bus e di treni di tutto il paese, soprattutto nelle grandi città. Il sindaco della capitale, Marcelo Ebrard, ha rilevato gli effetti positivi sui malati derivanti dall'antivirale Oseltamivir, che viene distribuito solo negli ospedali e non si trova facilmente nelle farmacie. Tuttavia, ha detto Ebrard, le autorità sanitarie hanno un numero sufficiente del prodotto, che può quindi essere distribuito gratis nel principali centri sanitari.

Pandemia umana. Se fosse confermato che la trasmissione del virus dell'influenza suina nei casi segnalati sia effettivamente avvenuta da uomo a uomo, ciò indicherebbe un salto di specie compiuto dal virus: il virus potrebbe quindi essere capace di infettare e propagarsi nell'uomo innescando il rischio di pandemia. Lo afferma il direttore del reparto di Epidemiologia dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) Stefania Salmaso, secondo la quale sembrerebbe trattarsi di un virus che «si è rimescolato geneticamente nei maiali acquisendo caratteristiche nuove e che lo rendono capace di infettare l'uomo». Anche per il direttore scientifico dell'istituto nazionale Spallanzani di Roma , specializzato nella diagnosi e cura di infezioni, Giuseppe Ippolito, c'è un «alto livello di attenzione» tra le istituzioni nazionali e internazionali. L'influenza messicana, ha avvertito l'esperto di influenza Pietro Crovari, «è sicuramente una situazione che merita attenzione perchè può essere il punto di partenza di una pandemia».

Il virus ha affinato le armi. Secondo le prime valutazioni, il nuovo virus si trasmetterebbe in modo simile a quello dei virus dell'influenza stagionale, e questo perché, secondo il microbiologo Michele La Placa, dell'università di Bologna, è probabile che nel riassortimento il virus abbia affinato le armi che gli permettono di ancorarsi alle cellule. Le armi si chiamano emoagglutinina (indicata con la lettera H) e neuroaminidasi (N) e, immaginando il virus come il riccio di una castagna, sono gli aculei molecolari per agganciarsi alle cellule. Normalmente i virus umani sono sensibili solo alle cellule dell'apparato respiratorio, spiega l'esperto, ma questo virus potrebbe essere in grado di legarsi a più tipi di cellule. Capacità che molto probabilmente il nuovo virus avrebbe acquisito in quel vero e proprio crogiuolo che è il maiale, dove sono riusciti a fondersi ben quattro virus provenienti da tre specie diverse.

Al lavoro per un vaccino. Nel frattempo si sta già lavorando al vaccino, sulla base delle prime informazioni genetiche e biochimiche sul nuovo virus. Per il direttore del Centro Novartis Vaccines and Diagnostics di Siena, che da oltre dieci anni studia il vaccino anti-pandemia, la speranza è che i primi milioni di dosi siano pronti in meno di sei mesi.

Coldiretti: nessuna importazione di carne suina dal Messico. L'Italia non ha importato suini o carne di suino dal Messico. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al 2008 . «Occorre evitare inutili allarmismi e adottare subito le misure già sperimentate con successo nel caso dell'influenza aviaria a partire dall'obbligo di indicare della provenienza sulle etichette della carne di maiale al pari di quanto è stato già fatto per quella di pollo e per quella bovina rispettivamente dopo le emergenze aviaria e mucca pazza».