Sono quasi 20 milioni le donne nigeriane che sono state sottoposte a mutilazione genitale e le organizzazioni per i diritti umani sperano che questa decisione spinga almeno altri 26 Stati africani a dichiarare illegale la procedura: «È un segnale potente non solo per la Nigeria ma per tutta l'Africa – afferma J. Peter Pham, il direttore dell'Africa Center al Consiglio Atlantico – possiamo sovrastimare l'impatto di qualsiasi decisione della Nigeria su tutto il Continente».
Secondo le stime dell'Unicef, datate 2013, sarebbero più di 125 milioni di donne e ragazze, a oggi e in tutto il mondo, ad aver subito la procedura di infibulazione o altro tipo di mutilazioni femminili, ancora attuate in 29 Paesi in tutto il Mondo, di cui solo 2 al di fuori dell'Africa. Com'è noto, all'interno delle comunità tribali africane, che rappresentano una gran parte dell'elettorato nigeriano, l'infibulazione è una procedura molto praticata: «Ci sono voluti un presidente e una legislatura uscente per non sottoporre agli elettori un qualcosa che andrebbe contro le culture tribali – sostiene Pham – è stato un favore al nuovo presidente Buhari, il quale dovrà soltanto convalidare la legge».