A raccontarlo è Rebecca West, grande scrittrice e giornalista che è stata pure una grande viaggiatrice e storica della Jugoslavia. Descrive, la West, tutte le reazioni dei singoli imputati del processo. Il gesto quasi regale col quale Goering si tolse gli auricolari e rifiutò di ascoltare tutto il dispositivo della sentenza.
LA SCENA DEL CRIMINE
Con il veleno si è ucciso pure il generale croato bosniaco Slobodan Praljak, subito dopo la condanna per crimini di guerra e contro l'umanità. Non a morte, come Goering, ma a 20 anni. Il suo gesto plateale, in diretta Tv, ha trasformato l'aula delle udienze del Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia, nella cittadina olandese dell'Aja, in scena del crimine come l'ha definita il presidente Carmel Agius.
Un giallo il veleno che potrà essere identificato solo con l'autopsia, e un mistero il modo in cui l'ex generale sia riuscito a introdurlo in aula. Mai visto nulla del genere ma non sono stupita, dice l'ex ministro della Giustizia croato, Vesna Skara Ozbolt. Praljak è una persona molto orgogliosa. Inutile il tentativo di rianimarlo di una squadra di medici. I media balcanici puntano l'indice sulle responsabilità olandesi per le precarie condizioni di sicurezza.
I controlli all'entrata sono rigorosi, scrive il sito d'informazione Tportal. Ma non tanto da individuare una bottiglietta di quelle dimensioni. Per il premier croato, Andrej Plenkovic, il gesto di Praljak di cui tutti siamo stati sfortunatamente testimoni oggi, mostra la profonda ingiustizia morale verso i 6 croati di Bosnia sul banco degli imputati. Praljak è considerato un eroe in Croazia. Il rappresentante croato e presidente di turno della presidenza tripartita di Bosnia, Dragan Covic, invita i cittadini bosniaci e erzegovesi a mantenere la calma e non farsi prendere dal panico. Aggiunge che il Tpi dell'Aja non è un tribunale che amministra giustizia, ha altri compiti.
A 25 anni la condanna per l'ex premier dell'entità croata in Bosnia, Herzeg-Bosnia, Jadranko Prlic. A 20 anni l'ex ministro della Difesa croato bosniaco Bruno Stojic e il numero 2 dell'Hvo, Milivoj Petkovic, a 16 l'ex comandante militare Valentin Coric, a 10 l'ex responsabile dello scambio dei prigionieri, Berislav Pusic. Tutti si erano consegnati spontaneamente.
M. Ven.
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