Hofer, il duro populista erede di Haider dai modi garbati

Hofer, il duro populista erede di Haider dai modi garbati
di Flaminia Bussotti
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Lunedì 25 Aprile 2016, 10:03
BERLINO - Fino a un paio di mesi fa aveva escluso una sua discesa in campo, poi invece si è candidato, e ieri ha vinto a valanga il primo turno: Norbert Hofer, 45 anni, finora terzo presidente del Consiglio nazionale (Parlamento) in quota Fpö, il partito di destra nazional-populista, si è imposto al di là di ogni aspettativa al primo round delle presidenziali a suffragio diretto in Austria.

IL CAVALLO DI TROIA
È il volto nuovo dietro il leader Fpö, Heinz-Christian Strache, successore di Jörg Haider alla guida di quello che, almeno nel nome, era in origine il partito liberale, e che da tempo freme per la scalata alla Cancelleria a Vienna. L'elezione di Hofer a capo dello Stato, se dovesse verificarsi, potrebbe essere per Strache una specie di cavallo di Troia per la conquista della Hofburg, l'ex palazzo imperiale oggi sede della Cancelleria presidenziale. A favore di Hofer hanno giocato ieri la giovane età (45 anni), il linguaggio diretto, antitetico al politichese, e una serie di sillogismi programmatici che, in piena emergenza migranti, fanno presa: l'Austria non è un paese musulmano, no all'Islam, basta con gli stranieri.
 
Dietro la faccia pulita e i modi garbati, Hofer è più radicale di Strache. A differenza del leader Fpö, fa parte di una consorteria giovanile dove circola di tutto, neonazi compresi, il cui credo è peraltro quello di un'Austria come segmento della nazione tedesca. «La mia patria è l'Austria», si è difeso durante la campagna elettorale. Ma tutti sanno bene in Austria, dopo l'esperienza del nazismo, la drastica differenza fra “patria” e “nazione”. Una dei tanti scandali provocati da Haider in passato fu quando disse che il concetto di «Austria come nazione è un aborto» (ovvero il paese è parte della Germania).

IL PARTITO
Nato nel Burgenland, il Land agrario nell'ovest del Paese, Hofer è portatore di un handicap a seguito di un incidente sportivo con il deltaplano: è claudicante e cammina con un bastone. Nei dibattiti elettorali in tv si è mostrato sempre preparato, convincente e non aggressivo. Solo con Alexander Van der Bellen, che aveva detto che, se diventasse presidente, Strache cancelliere non lo nominerebbe (dichiarazione poi peraltro rivista), ha perso la pazienza e gli ha dato del «dittatore verde fascista». Ieri gli è riuscito comunque un miracolo: oltre 1,5 milioni di voti per la Fpö, il miglior risultato in assoluto del partito. La Fpö, passata dagli anni '80, quando era ancora un partito di ispirazione meramente liberale, dal 5%-6% al 27% ai tempi d'oro di Haider, che per primo le impresse una virata populista a destra, è da tempo diventata in Austria, con Strache, il primo partito con consensi attorno al 33%.

Finora, a parte la breve e sfortunata parentesi nel 2000 - quando entrò nella coalizione di governo del cancelliere Wolfgang Schüssel (Övp) e seguirono le sanzioni della Ue - la Fpö non aveva una legittimazione vera per andare al governo, o quanto meno nessuno dei due grandi partiti, Spö e Övp, ci si voleva alleare. Strache sta cercando adesso di accreditarsi con un nuovo look di partito democratico di centrodestra. Di pochi giorni fa, non a caso, la sua visita in Israele per riabilitarsi come partito. Anche se non è affatto detto che riuscirà ad imporsi al ballottaggio il 22 maggio, di sicuro Hofer con la vittoria al primo turno ha già ottenuto lo scombussolamento totale dell'assetto partitico in Austria, e una patente di eleggibilità alla Fpö.
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