Brexit, parla l'ex spin doctor di Boris Johnson: «Lo hanno sottovalutato, diventerà premier»

Guto Harri
di Maria Latella
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Domenica 26 Giugno 2016, 13:23 - Ultimo aggiornamento: 27 Giugno, 08:24
«Boris Johnson ha già avuto il voto di milioni di persone. Dopo Brexit non c'è alcun dubbio: sarà lui il front runner, il favorito per la successione a Dowing Street». Guto Harri, 50 anni il prossimo 8 luglio, già giornalista della Bbc, poi a News International ed oggi a capo delle relazioni esterne del gruppo Liberty Global, conosce bene uno dei due vincitori di Brexit, l'ex sindaco di Londra Boris Johnson.

Per quattro anni, come capo della comunicazione di Johnson, ha praticamente convissuto con il flamboyant primo cittadino della capitale britannica ed ora non ha dubbi: se la vittoria di Brexit avrà un volto, sarà quello sormontato dal ciuffo biondo di Boris Johnson.

David Cameron si è dimesso. Quali saranno i tempi per la sua successione?
«Penso che la successione sarà definita entro ottobre e Boris Johnson è senz'altro il favorito»

Una successione a Downing Street senza passare per nuove elezioni generali?
«No, non penso che ci saranno nuove elezioni prima del 2020. Certo, ci vorrà un mandato del partito conservatore perché Boris possa succedere a David Cameron. Ma credo che le cose andranno in quella direzione».

I sostenitori del Leave hanno sottovalutato la campagna pro Brexit?
«Hanno sottovalutato Boris Johnson e l'impatto che il suo impegno pro Brexit avrebbe avuto. Vede, abbandonare l'Unione Europea è sempre stata l'ossessione di una manciata di eccentrici, frange sparse dei partiti britannici. Boris Johnson l'ha trasformato nel tema principe dell'agenda nazionale, coinvolgendo milioni di persone che da tempo erano disinteressate o disincantate rispetto alla politica. È stato Boris a cambiare il verso, trasformando un tema che era percepito negativamente in una visione, un nuovo percorso per il Paese. Se non un sogno, ha certamente offerto un viaggio».
 
D'accordo, ma dove hanno sbagliato quelli che sostenevano la campagna di Remain?
«Hanno sottovalutato la forza di Boris e sopravvalutato l'opinione di chi sosteneva lo status quo».

Il giorno in cui la deputata laburista Jo Cox è stata uccisa da un fanatico pro-Brexit, le Borse hanno cinicamente festeggiato. Sembrava che la tragica scomparsa di Jo Cox avesse cambiato l'umore degli elettori e segnato un'inversione di tendenza per il referendum. Per i sondaggisti, si tratta certo di un grave errore di percezione.
«La tragedia di Jo Cox ha funzionato da fermo-immagine per un momento. La gente ha deciso che era il caso di fermarsi a riflettere di più' prima di dare un voto che poteva cambiare le loro vite. La morte di Jo Cox ha anche costretto il Labour a intervenire con più decisione nella campagna elettorale. Ma ormai era troppo tardi e la macchina del Labour party troppo lenta a mettersi in moto».

Sicuro che dopo le dimissioni di David Cameron la strada sia spianata per Boris Johnson a Downing Street?
«Boris crede profondamente nella Gran Bretagna. Ha un irrefrenabile ottimismo, un'empatia naturale e il tocco magico di una straordinaria parlantina. Ma ha venduto un sogno a milioni di persone sparse tra l'Inghilterra e il Galles e ora deve mantenere la promessa. Difficile per qualcun altro battere la sua leadership: gli elettori gliel'hanno appena riconosciuta votando per Brexit e d'altra parte, come sindaco di Londra ha già dato prova di essere carismatico e capace di portare risultati: con lui il crimine e le tasse sono diminuite, i trasporti migliorati. Già una volta ha saputo mantenere le promesse. Ora deve convincere di nuovo, dimostrare di essere fit for the top job, all'altezza del più'importante lavoro della politica britannica. E deve farlo in fretta».
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