Guerra in Iraq 2003, il rapporto Gb: «Le armi di distruzione di massa? Prove insoddisfacenti, nessuna minaccia»

Guerra in Iraq 2003, il rapporto Gb: «Le armi di distruzione di massa? Prove insoddisfacenti, nessuna minaccia»
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 6 Luglio 2016, 12:55 - Ultimo aggiornamento: 8 Luglio, 09:25

«Gli Usa e la Gran Bretagna minarono l'autorità dell'Onu». Lo ha detto sir John Chilcot, presentando il tanto atteso rapporto sulla partecipazione britannica al conflitto in Iraq del 2003 e sul ruolo di Tony Blair.

Il relatore del rapporto britannico sulla guerra in Iraq ha detto che il conflitto è stato basato su dati di intelligence «imperfetti» e portato avanti con una progettazione «totalmente inadeguata».

«L'azione militare contro Saddam Hussein non era l'ultima opzione», ha spiegato Chilcot, sottolineando che Tony Blair presentò all'opinione pubblica prove sul fatto che Saddam Hussein avesse armi di distruzione di massa «con una certezza che non era giustificata».

Chilcot ha detto che le circostanze con cui è stata stabilita una base legale per la guerra contro l'Iraq di Saddam Hussein erano «lungi dall'essere soddisfacenti». «Nel marzo 2003 non c'era una minaccia imminente di Saddam Hussein» contro l'Occidente, ha detto ancora, asserendo che si poteva usare una «strategia di contenimento» sebbene non si potesse escludere la necessità di un conflitto «ad un certo punto».

Tony Blair, ha detto inoltre Chilcot, era stato avvertito sulle conseguenze che avrebbe avuto un guerra in Iraq, a partire dalle nuove minacce terroristiche da parte di Al Qaeda contro il Regno Unito. Non solo: l'allora premier sapeva anche del rischio che armi finissero nelle mani dei terroristi in Medio Oriente.

Un portavoce delle famiglie dei caduti britannici in Iraq, dopo la presentazione del rapporto, ha detto che «La Gran Bretagna non dovrà mai più entrare in un conflitto in questo modo», chiedendo anche che il processo politico con cui il Paese interviene militarmente non sia più manipolabile come è accaduto con l'attacco contro il regime di Saddam Hussein.

Tony Blair si assume la piena responsabilità per ogni errore commesso nella guerra in Iraq «senza eccezioni o scuse». È quanto dirà secondo la Bbc l'ex premier britannico rispondendo al rapporto finale sulla Chilcot Inquiry. Blair resta comunque dell'idea secondo cui «era meglio rimuovere Saddam Hussein» e non crede che il conflitto sia stato una causa del terrorismo che vediamo oggi nel Medio Oriente e nel mondo.

Andare in guerra in Iraq è stata «la decisione più dolorosa che io abbia mai preso», ha detto l'ex premier britannico, «Ma il mondo è un posto migliore senza Saddam Hussein». Il rapporto La Chilcot Inquiry non ha però individuato un «uso improprio o una falsificazione dell'intelligence», ha sottolineato Blair, e inoltre non è emersa una «conclusione» sulla base legale per l'intervento militare, che era stata già stabilita il 13 marzo 2003.

Tutti i deputati che hanno votato per la guerra in Iraq si devono assumere la loro «parte di responsabilità». Così il premier britannico David Cameron intervenendo alla Camera dei Comuni sul rapporto della Chilcot Inquiry. «Non possiamo però portare indietro le lancette dell'orologio», ha aggiunto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA