Grecia, primi grattacapi per Tsipras: l'ala comunista contro l'intesa con la Ue

Il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis, ritenuto un personaggio chiave nel governo di Alexis Tsipras
di Luca Lippera
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Domenica 22 Febbraio 2015, 21:08 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 13:16
«L'accordo è inaccettabile, il leader va cambiato». Ad Atene rullano di nuovo tamburi di guerra. Il compromesso con l'Europa raggiunto dal primo ministro Alexis Tsipras - quattro mesi di ossigeno e poco più - fa infuriare la minoranza di Syriza, il partito che ha trionfato alle recenti elezioni in Grecia dopo sette anni di crisi e di brutale impoverimento del Paese. Tendenza Comunista, una delle componenti della formazione del primo ministro, ieri ha chiesto ai deputati di sinistra di «votare contro l'intesa» (il Parlamento dovrà ratificarlo, ndr) e ha aggiunto un formidabile carico da novanta programmatico: «Rispetto totale della agenda di Salonicco (basta con l'austerità, ndr), congresso straordinario, cambiamento della politica e della leadership». Tsipras a casa - in altri termini - a poche settimane dal trionfo nelle urne.




L'accordo tra la Grecia e l'Eurogruppo, vissuto da un Paese stremato come un cedimento ai diktat della Ue, ridà fiato all'ala più dura della sinistra greca. Il manifesto elettorale - basta con la Troika, rinegoziare i debiti, aumento dei salari - parlava chiaro e ora molti iniziano a sentire aria di tradimento. Ieri è sceso in campo perfino l'ultranovantenne Manolis Glezos, eroe della resistenza greca contro le truppe naziste, che durante la campagna elettorale (è stato eletto deputato anche lui) si è lasciato fotografare accanto ad Alexis Tsipras lanciando un messaggio tanto implicito quanto potente: potete fidarvi, ci sono io, un ex partigiano. «Chiedo scusa al popolo greco - scrive Glezos sul sito “Knisienergoipolies” - perché anche io ho partecipato a questa illusione». Dove la parola illusione assume ovviamente le sembianze del primo ministro. «Dalle elezioni è passato un mese - aggiunge l'ex partigiano - e nulla è successo: una vergogna. Sento rinominare la Troika, il Memorandum, non è cambiato nulla. Prima che sia troppo tardi, dobbiamo reagire».



Al tavolo europeo la Grecia ha accettato di presentare un nuovo piano di riforme - si parlerà molto di lotta all'evasione ma non sono esclusi nuovi tagli - in cambio di quattro mesi di tempo in più per restituire uno dei pesantissimi prestiti ricevuti dall'Europa. Una prima lettera di intenti, si parla di tre pagine, è già pronta e influenzerà la settimana finanziaria iniziata questa mattina. Gli operatori di mercato, durante il fine settimana, hanno fatto filtrare giudizi estermamente positivi sull'intesa. «L'accordo - viene ripetuto - può innescare un forte rally dei titoli di Stato greci con un contagio positivo ai Paesi europei più esposti sul piano del debito pubblico». Quindi anche all'Italia. Ma i forti malumori all'interno di Syriza fanno capire che la ratifica dell'accordo nel parlamento di Atene potrebbe rivelarsi molto più accidentata del previsto.



I greci, stando agli osservatori, hanno la netta percezione di aver perso di nuovo la partita. «Non era difficile prevedere che a Bruxelles vi sarebbe stato un accordo - ha scritto ieri Romano Prodi, ex leader della Commissione Europea ed ex presidente del consiglio italiano, in un editoriale sul Messaggero - ma era altrettanto facile prevedere che sarebbe stato un accordo provvisorio e pieno di ambiguità. La Grecia ha ottenuto una dilazione di quatto mesi per mettere in atto le riforme destinate ad arginare la crisi. Ma si è dovuta impegnare a dare attuazione a queste riforme con decisioni rapide, dure ed obbligate. Non si tratta di un problema di poco conto perchè le misure sono in aperto contrasto con gli impegni che Tsipras aveva assunto di fronte agli elettori durante la campagna elettorale. Impegni che prevedevano forti aumenti dei salari e delle pensioni e una maggiore spesa pubblica per fare fronte al drammatico arretramento delle condizioni di vita delle classi più povere del Paese. Alla fine della lunga trattativa notturna di Bruxelles si è parlato di una costruttiva ambiguità: l'attenta lettura dei comunicati ci porta invece a concludere che si è trattato di una sostanziale capitolazione del giovane governo greco».




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