Giappone, troppo lavoro e ambiente ostile: la metà dei papà rinuncia al congedo parentale

Giappone, troppo lavoro e ambiente ostile: la metà dei papà rinuncia al congedo parentale
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Venerdì 16 Giugno 2017, 17:49 - Ultimo aggiornamento: 17 Giugno, 10:57
Più lavoratori” e meno papà a tempo pieno. Appena poco più della metà dei lavoratori uomini giapponesi aventi diritto alle ferie di paternità usufruiscono dei giorni di libertà entro due mesi dalla nascita del proprio figlio, ben al di sotto degli obiettivi del governo di promuovere un maggiore coinvolgimento del ruolo paterno all'interno del nuovo nucleo familiare. Lo evidenzia un rapporto governativo condotto nel 2015 in cui si risulta che solo il 56% dei nuovi papà hanno preso giorni di vacanza, tra questi il 9,4% ha fruito di 10 giorni, mentre il 23% dai 4 ai 6 giorni. Malgrado l'assenza di incentivi, il governo di Tokyo punta a convincere l'80% dei nuovi genitori uomini entro il 2020 a godere delle proprie ferie legate alla paternità.

La maggior parte dei genitori che decidono di seguire il suggerimento dello Stato devono scontare i giorni dalle proprie ferie pagate, mentre sono ancora poche le aziende che forniscono piani di incentivi ai neo-papà.
Nel questionario che ha riguardato oltre 1.100 uomini, le ragioni delle mancate richieste di vacanze sono da attribuire all'eccessivo carico di lavoro e l'ambiente con i colleghi di ufficio definito
poco tollerante.
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