Il ragazzo della pistola d'oro di Gheddafi: «Non fui io a strappargliela»

Il ragazzo della pistola d'oro di Gheddafi: «Non fui io a strappargliela»
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Mercoledì 3 Febbraio 2016, 16:42 - Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 08:59

La foto che lo ritrae con la maglietta blu, il cappello da baseball dei New York Yankees e nelle mani la pistola d'oro di Mu'ammar Gheddafi ha fatto il giro del mondo. Negli attimi successivi alla morte del leader libico, Mohammed Elbibi, che allora aveva 17 anni, è stato acclamato dai ribelli come un eroe, come colui che aveva strappato la pistola dalle mani di Gheddafi e aveva ucciso il dittatore. La pistola d'oro del Colonnello, brandita dai ribelli del CNT, è diventata, così, il simbolo della vittoria e di una nuova Libia.


A distanza di quattro anni da quel 20 luglio 2011, il giornalista della BBC, Gabriel Gatehouse, ha deciso di tornare in Libia per cercare Mohammed e la pistola d'oro. Cosa ne è stato del ribelle di Misurata nell'attuale Paese in preda al caos e a frammentazioni geografiche e ideologiche? Grazie a un passaparola trai suoi vecchi contatti, il giornalista è riuscito a trovare Mohammed. Vive ancora a Misurata e quando vede la foto con la pistola sorride. Ci tiene a precisare di non avere nulla a che fare con il linciaggio di Gheddafi: «Per favore devi dire al mondo che non ho ucciso io Gheddafi», dice al giornalista.

Racconta di aver trovato la pistola d'oro per terra, nei pressi del luogo dove il leader è stato catturato. Nella confusione del momento, gli altri ribelli, vedendolo con la pistola in mano hanno pensato che fosse stato lui ad uccidere Gheddafi. È un eroe accidentale della rivoluzione, insomma. Una rivoluzione che, cinque anni dopo, ricorda con tristezza: 
«E' brutto che oggi la Libia sia in guerra con se stessa, vedere libici che uccidono altri libici. Vogliono essere tutti Gheddafi».

Il trofeo lo conserva ancora con sé e lo mostra con circospezione perché
«ci sono ancora dei lealisti in giro e ho ricevuto minacce», racconta. È una Browning 9mm placcata d'oro, decorata con un elaborato motivo floreale e con incisa la dicitura "Made in Belgium". Mohammed crede sia stata regalata al Colonnello da uno dei suoi figli in occasione del trentaduesimo anniversario della rivoluzione che portò Gheddafi al potere.
L'ironia della sorte ha voluto che, dieci anni dopo, quella stessa pistola sia stata il simbolo della sua fine.

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