Germania, boom della "casta": i deputati sono 709, 111 in più del minimo previsto

Il Parlamento tedesco
di Diodato Pirone
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Lunedì 25 Settembre 2017, 15:32 - Ultimo aggiornamento: 16:44
In Germania la "casta" fa bingo. Nel Parlamento tedesco i partiti sono saliti da 4 a 6 (forse 7 se la scissione in corso nell'Afd prenderà corpo) ma soprattutto le poltrone sono lievitate. Per effetto del sistema elettorale  il minimo di 598 deputati previsto dalla Costituzione è stato surclassato poiché al Bundestag, il parlamento germanico, entreranno ben 709 deputati. In altre parole, all'indomani delle elezioni di domenica i tedeschi si sono trovati con ben 111 deputati in più rispetto al minimo previsto,  ben 78 in più rispetto alle elezioni del 2013 e addirittura 95 in più rispetto alle consultazioni del 2005.

In Italia si parlerebbe di boom della "casta", a Berlino invece nessuno ha fiatato. Perché? "E' un effetto del modello elettorale della Germania - spiega Dario Parrini, deputato Pd e esperto di sistemi elettorali - Il sistema tedesco prevede che gli elettori scelgano sia un candidato di collegio uninominale maggioritario che un partito ma che alla fine il Parlamento rispetti la proporzionalità dei voti ottenuti dai partiti escludendo le formazioni che non raggiungono quota 5%. Questa volta è successo che ben sei partiti sono entrati in Parlamento mentre la coppia di partiti legati alla Merkel, Cdu-Csu, ha conquistato il 77% dei collegi (con il 33% del voto nazionale). E dunque per rispettare la proporzionalità del voto gli altri 5 partiti hanno ricevuto "in regalo" una quantità abnorme di seggi della quota proporzionale".

Vale la pena ricordare che la proposta di sistema elettorale italiano che si rifaceva al modello tedesco, bocciata in Parlamento prima dell'estate, NON prevedeva l'aumento dei deputati che la nostra Costituzione fissa in 630. Un risultato ottenibile poiché quella proposta di legge dava possibilità anche ai candidati arrivati secondi nei collegi di essere eletti sulla base della quota proporzionale dei loro partiti.
 
C'è un altro elemento che Parrini sottolinea. Nelle scorse elezioni il partito cristiano sociale della Merkel aveva raggiunto il 41% dei voti e il 49% degli eletti ma l'affluenza era stata relativamente modesta collocandosi a quota 71,5%. Questa volta invece ha votato il 75,9% degli elettori. E una notevole quota degli astenuti, circa 1,2 milioni di elettori, hanno fornito carburante all'ultradestra nazionalista dell'Afd.


 
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