Oggi vertice a Berlino/ E la Cancelliera punta a guidare l’asse con Parigi

di Marco Gervasoni
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Lunedì 15 Maggio 2017, 00:19
Immaginate se, poche settimane prima delle elezioni legislative, il Pd venisse pesantemente sconfitto nelle regionali in Emilia Romagna o in Toscana. È quello che è più o meno accaduto alla Spd ieri, con il crollo - secondo gli exit poll - di 8 punti percentuali nel Nordreno-Westfalia. Una sconfitta devastante per diverse ragioni. In primo luogo, perché è (o era?) una delle regioni più rosse del paese, il serbatoio di voti della Spd, considerando che si tratta dello Stato più popoloso della Germania. In secondo luogo, perché era governata da una figura, Hannelore Kraft, fino a poco tempo fa considerata una stella montante della Spd. In terzo luogo, perché, oltre ad essere la regione di Schulz, il candidato socialdemocratico alla Cancelleria vi si è recato numerose volte in queste settimane, legando il suo volto a quello della Kraft.

Le cause della disfatta? I dati non esaltanti dell’economia del Nordreno-Westfalia e soprattutto la questione della sicurezza: è uno dei Land con il maggior tasso di criminalità. 
Anche sul versante dell’immigrazione, la Spd è stata percepita come lassista nella gestione dei centri di accoglienza: e nel Nordreno-Westfalia sta la città di Colonia, con quel significativo Capodanno del 2016, con le aggressioni di numerosi immigrati alle donne. 

<HS9>Ma è anche una sconfitta di Schulz e della sua strategia nazionale. Alla sua guida la Spd si è spostata a sinistra, fino quasi a rinnegare la lezione della Terza via di Gerhard Schröder (che ha fatto rinascere l’economia tedesca, fino a quel momento la malata d’Europa). Sul piano comunicativo, il populismo rosso di Schulz è sembrato per un momento entusiasmare: ma più i media e i sondaggisti. Per voti effettivi, si tratta della terza sconfitta della Spd in poche settimane, dopo la Saar e lo Schleswig-Holstein. E in tutti e tre i casi Schulz si è speso a livello personale, con la volontà di trasformare le regionali in una trionfale cavalcata verso il potere. Che invece appare a questo punto l’anticamera della sconfitta di settembre. Schulz ha commentato a caldo dicendo di non essere un mago, ma solo un miracolo lo potrebbe ora portare alla Cancelleria. Il disastro poi potrebbe essere totale se i liberali tedeschi, la FDP, data in crescita, ottenesse sufficienti voti da consentire di varare un governo Merkel, non più di grande coalizione ma di centro-destra. I dati del Nordreno-Westfalia sembrano confermare questo trend, con i liberali passati dall’8% al 12%. La suicida politica di spostamento a sinistra di Schulz ha ovviamente ridato energia alla CDU e ad Angela Merkel.

Con la rimonta di più di sette punti, è evidente che il suo partito ha attratto elettori della socialdemocrazia, riuscendo tuttavia a frenare l’emorragia verso destra, cioè verso l’Afd, che totalizza un 7%. Anche se Merkel si è recata poco in questo Land, è una sua grande vittoria. Data per politicamente morente fino a pochi mesi, si appresta, salvo sorprese, a essere confermata alla Cancellieria. Merito anche della svolta d’ordine della CDU sul tema della sicurezza e dei migranti, che le aveva fatto perdere molti consensi. A questo punto, sarà molto difficile al neo presidente Macron, domani in visita a Berlino, imporre alcunché - dal suo punto di vista, sarebbe stato meglio avere una Merkel in crisi. Mentre due giorni, la conservatrice «Frankfurter Allgemeine Zeitung», il più autorevole quotidiano tedesco, aveva idealmente augurato il benvenuto a Macron scrivendo che sarebbe «già in crisi». <HS9>Ovviamente non è così: ma di fronte a un presidente che, sia pur eletto con grande margine, non è certo di potersi garantire una solida maggioranza per portare a termine le riforme, dall’altra parte sta una leader, ininterrottamente alla guida dei governi da dodici anni, in grado persino di far crescere il suo partito in una regione «rossa». L’asse franco-tedesco, almeno per un anno, sarà ancora una guida a due, come ai tempi di Hollande: ma in cui il volante è saldamente retto dalla Merkel.
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