I tre video e i 119 scatti sono stati realizzati con un telefonino requisito dalla polizia. Il reato sarebbe rimasto impunito se una delle figlie non avesse chiesto al fratello di prestarle il cellulare: è stato in quel momento che la ragazza, sotto choc, ha scoperto quello che accadeva nella camera accanto alla sua. Ciò che non poteva immaginare era che quelle immagini erano arrivate fino in Pakistan, dove un cugino di sua madre attendeva con ansia di ricevere il materiale. La giovane ha denunciato la madre, che è stata arrestata dalla polizia.
«I video e le fotografie non lasciano alcun dubbio – ha detto il procuratore Ian Kolvin – La donna e il figlio erano coinvolti in atti sessuali davanti al cellulare. È scioccante e non c'è alcuna attenuante».
Ruth Smith, avvocato difensore, ha parlato davanti ai giudici di una donna con un background culturale difficile che l'ha resa particolarmente vulnerabile e altamente suggestionabile: «È stata costretta a lasciare la scuola a 13 anni e ha iniziato a lavorare nell'azienda di famiglia. Dopo ha dovuto accettare un matrimonio combinato con un uomo violento che abusava di lei. È una persona preoccupata di piacere e compiacere gli altri e ha accettato in silenzio tutto quello che le è capitato nella vita. Ha vissuto ogni giorno della sua esistenza così come le avevano insegnato, da figlia ubbidiente e moglie devota. Lei faceva soltanto quello che gli altri le chiedevano, non voleva creare conflitti. Nonostante quello che ha fatto, ama molto i suoi figli ed è preoccupata per il loro futuro».
Ma per Eleri Rees, giudice della corte di Cardiff, non c'è nulla che possa giustificare le sue azioni: «Questi sono reati veramente scioccanti. Il suo dovere era proteggere i suoi figli e ha fallito nel modo più grave possibile». La donna è stata accusata di sei capi d'imputazione per molestie sessuali che riguardano un minore membro della famiglia e per aver distribuito immagini pedopornografiche: per i prossimi cinque anni le porte del carcere rimarranno chiuse.
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